Senza stelle

Georg Friedrich Stettner (1639), Cristo nella casa di Marta e Maria, particolare

Non so proprio come fare
Perché non capisco niente
Io non sento più le voci
Non vedo la mia gente

Buia era la notte e senza stelle
Buia era la notte perché
Buia era la notte e senza stelle, vedevi solo te

Ma non vedi come sono
Perché non mi vuoi aiutare?
Vedi come sono stanco
Nessuno mi sa ascoltare

Buia era la notte e senza stelle
Buia era la notte perché
Buia era la notte e senza stelle, vedevi solo te

 Marta, Marta tu ti inquieti
E ti affanni per mille cose
Mentre una sola è quella
è quella che vale

Buia era la notte e senza stelle
Buia era la notte perché
Buia era la notte e senza stelle, vedevo solo me…

Avevo un anno quando Claudio Chieffo compose questa ballata. La sentivo cantare nella mia infanzia, tra la mia gente, anche in oratorio. Non ha bisogno di commenti. A me piace pensare che l’abbia dedicata a sua moglie, Marta così che il riferimento evangelico diventa reale storia di amore. Dietro l’affanno e la inquietudine per tutto quello che c’è da fare e che ci preoccupa, splendono ancora le stelle. Maria le sa vedere e contempla la Parola di Gesù. Marta tutta presa dalle pentole e dai fornelli, rischia di perdersi molto… E peggio ancora, rischia di diventare troppo egoista anche se ha davanti Gesù che è da servire. È brutto un cielo senza stelle.

Immagine: Georg Friedrich Stettner (1639), Cristo nella casa di Marta e Maria, particolare

Don Massimo

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Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo

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