Si sta concludendo l’anno liturgico. Fra poco sarà avvento. E la Parola di Dio di questa domenica ci parla del passato, del presente e del futuro. Mi pare di poter dire che Gesù non faccia leva sulla paura ma sulla capacità del credente di leggere i segni dei tempi.
C’è qualcosa che è già avvenuto. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Gli angeli sono gli apostoli, annunciatori che hanno cominciato a parlare di Cristo e della sua esperienza pasquale. Poi nel futuro siamo arrivati noi che continuiamo l’opera. E poi alla fine, saremo riuniti. Cioè: dobbiamo stare quieti! Non ci aspetta il vuoto o il non senso. Non finiremo nel nulla! Saremo radunati tutti insieme con lui per sempre e tutti tra noi. E questo lo trovo bellissimo! Questa grande capacità di riunire va in controtendenza rispetto a quello che, da Adamo ed Eva in poi, l’uomo è riuscito a fare: disunire, separarsi, fare guerra. Qui si parla di una bella opera di ricostruzione. È bella anche la parola, che sarebbe episynago, cioè dall’alto
mettere insieme, che è la sinagoga poi, cioè vuol dire che siamo condotti insieme in unità, comunione, non più in divisione. Dai quatto venti. Fin da piccolo mi hanno insegnato che c’è la rosa dei venti. Ricordo anche il disegno di questa stella che raduna i venti dai quattro punti cardinali! Quindi si parla di un futuro che non è più divisione, dissoluzione, ma è la comunione. E di questo possiamo godere già fin d’ora!
Ed è, appunto, una prospettiva di speranza perché, in genere, la paura ci fa chiudere e ci separa e ognuno allora pensa solamente a sé. Questa prospettiva, invece, apre, apre a questa possibilità di comunione che arriva fino all’estremità: vuol dire che tutti siamo dentro. È inclusiva. Chi sono questi eletti e radunati dai quattro venti? Ma in realtà non basta queste quattro direzioni perché questa è la superficie e ciò che c’è sopra? E ciò che c’è sotto? Dall’estremità della terra, all’estremità del cielo, cioè dall’abisso all’alto, cioè la comunione assoluta di Dio che è tutto in tutti e in ciascuno. Ecco il messaggio di oggi: che possiamo già vivere in qualche misura, già ora e siamo chiamati a viverlo camminando.
Al contrario di altri testi insomma, non sono qui ricordati né l’annientamento di Satana e dell’anticristo né il giudizio universale, ma solo gli angeli, che hanno la missione di radunare gli eletti di Dio. Il verbo “radunare” è caratteristico di alcuni testi dell’Antico Testamento, ove è collegato alla persuasione che alla fine del secolo presente Dio riunirà tutti i figli dispersi d’Israele da ogni parte della terra. Sulla bocca di Gesù l’enunciato assume un significato diverso, perché passa ad indicare la comunità degli eletti, riuniti nell’unica fede in Cristo. Questa riunione si è già realizzata per mezzo della predicazione apostolica, quando individui di ogni nazione hanno accolto il messaggio evangelico. A noi rimane di vigilare e proseguire il percorso.