Il mio Vangelo delle piccole cose si appella a Flaubert che scriveva: “Il buon Dio è nei dettagli”. Il dettaglio oggi è la “forma corporea” dello Spirito. Non che la pericope non ne abbia, di realtà tangibili e visibili intendo: acqua, fuoco, cielo, colomba, voce…Dunque, cosa possiamo dire della forma corporea che lo Spirito si sceglie?
Innanzitutto che il Battesimo di Gesù è una delle tante manifestazioni, insieme all’Epifania, alle nozze di Cana, alle varie moltiplicazioni dei pani…. Già questo dovrebbe provocare la nostra sensibilità che nei secoli si è fatta molto idealista. La nascita di Gesù dovrebbe mettere in crisi i filosofi o coloro che tendono ad idealizzare. L’evangelista lo esplicita bene…e dice: “quello che noi abbiamo toccato e che i nostri occhi hanno contemplato” …
Ritengo che chi vive un’esperienza di fede non possa non sperimentare quanto la fisicità, l’emotività, la comunicazione sensitiva siano elementi costitutivi dell’essere umano. Soprattutto nella cultura di oggi che ha consegnato al corpo una importanza mai condivisa prima, forse eccessiva. In questa ottica il Battesimo di Gesù diventa una manifestazione sensibile, essenziale, precisa, straordinaria. Assistiamo ad un vero e proprio circolo di affetto, di amore trinitario. Una relazione che non ha più confini. E dove – oserei dire – che anche pubblico e privato diventano così labili da essere ridisegnati. Papa Francesco ogni anno ci stimola in questa giornata a riflettere anche sul nostro Battesimo personale, invitando a conoscerne la data. Ma la vera domanda è: sento il mio essere figlio di Dio come un continuo atto del buon Dio che mi ama? Affermò Lutero: “Dio non ci ama perché siamo buoni e belli, Dio ci rende buoni e belli perché ci ama”. E ci definisce “amati”. Questa è realtà, come…una forma corporea dalle sembianze di colomba.