Non bisogna colpevolizzare troppo Giuda. Ci si accorge nel vangelo di questo ultimo giorno prima del Triduo che c’è un accanimento nei confronti del traditore che in effetti uscirà presto e in malo modo di scena, rovinato dal rimorso. Ma quando Cristo esprime l’amara verità: “Uno di voi mi tradirà“, è allarmante constatare che tutti…tutti…uno dopo l’altro comincino a giustificarsi e a chiedere: “Sono forse io, Signore?”
Male non fare, paura non avere – mi esortava papà, buon anima. Se avessero avuto la coscienza pulita, manco per l’anticamera del cervello avrebbero dovuto porsi quella terribile domanda! È l’istante che fotografa la colpevolezza di ciascuno. Noi amiamo Gesù, ma abbiamo di che farci perdonare. La pandemia ci allontana dai confessionali. E dunque è tempo opportuno per un ottimo esame di coscienza. Possibilmente sincero. Contrizione. Dolore dei peccati. Umiltà. E poi immensa fiducia.
Troviamo uno straccio di prete da cui – piccoli traditori anche noi – potremo vuotare il sacco.