Di fronte alle persecuzioni (ma Gesù le aveva preannunziate!) i primi cristiani non scappano né si scoraggiano. Certo la violenza, la delazione, gli arresti causano dispersioni. Con la morte di Stefano viene sdoganata un’assurda rappresaglia. Ma ecco la straordinaria potenza dello Spirito: un talento è stato drammaticamente tolto di mezzo, una voce è stata tragicamente messa a tacere, al protomartire è stato soffocato letteralmente il respiro, totalmente coperto da una montagna di pietre? Ebbene la forza di quel respiro ritorna ancora più potente e riempie i polmoni di un altro diacono, un altro dei sette uomini che erano stati scelti per la loro buona reputazione e soprattutto perché ci sapevano fare. Rispettati e pratici. Probi viri e affidabili. E sul palcoscenico della primitiva comunità apostolica si muove – devo dire con una repentina padronanza – Filippo il diacono che porta per la prima volta la buona novella fuori dalla Giudea, evangelizzando con successo la Samaria.
Chissà se avrà incontrato la donna del pozzo di Sicar? Chissà se avrà potuto far leva su tutti quelli che avevano cominciato a seguire Gesù, non più credendo alle parole della Samaritana ma perché loro stessi avevano sentito parlare Gesù di libertà dello Spirito… Formidabile! un uomo pronto per servire le mense…e si dimostra ottimo predicatore. Deve averlo fatto con competenza e fascino perché tre bellissimi successi riesce ad ottenere subito il diacono Filippo: l’unione, la compattezza di una comunità (“erano unanimi” – sta scritto); l’ascolto, l’attenzione (il riferimento alla Parola) e i segni, la coerenza (discernimento). Identikit perfetto per una comunità di credenti cristiani! Come parroco mi chiedo…ci saranno questi elementi fra noi, cristiani in San Gerardo? Sarò capace con la mia predicazione di suscitare questi doni? Mah
Immagine: Raffigurazione di San Filippo (circa 1611) di Rubens