Io preferisco la rabbia. Urlo, mi sfogo e via si gira pagina. E sovente mi accorgo che l’ira spesso è causata più dalla delusione, da un cuore ferito che dalla lesa maestà, dall’orgoglio e dalla superbia. Paolo deve aver provato un grande senso di amarezza di fronte all’indifferenza ed al dileggio; per questo non lascia trapelare più di tanto i suoi sentimenti. Viene solo chiuso l’episodio dal fedele Luca che registra: “Paolo si allontanò da loro”.
Capita sovente nel Nuovo Testamento che situazioni di effettiva lontananza si tramutino in un istante, con gioia ed entusiasmo grandi, in un evento di grazia. Qui proprio no. Cosa era successo.
Paolo è giunto ad Atene e si reca nell’Areopago dove si radunavano i dotti della città. Non può perdere l’occasione. Il suo è un discorso ben preparato, oserei dire scaltro, sa attirare l’attenzione di tutti, sa immedesimarsi e scegliere proprio gli argomenti su cui i Greci sono molto sensibili. Potrebbe essere un tipico e appropriato esempio di inculturazione, tanto importante per l’annuncio missionario del vangelo. Fa vibrare tutte le corde ed effettivamente sa attirare il loro consenso. Pia illusione. A me che predico ormai da più di trent’anni, questa pagina ha sempre tanto da insegnare. Perché tu puoi essere abile fin che vuoi… puoi tessere il discorso più bello che sai… puoi retoricamente imbastire un’ottima captatio benevolentiae… ma non potrai mai tradire il cuore della predicazione che è il kerigma…Gesù è risorto! Solo questo fa la differenza. Quante volte ho la tentazione di predicare quello che la gente desidera ascoltare… oppure quante volte ho la tentazione di cedere al moralismo più bieco…quante volte ho la tentazione di fare paura minacciando il fuoco dell’inferno… tutto tempo perso.
Chi è apostolo – cioè mandato – deve annunciare solo la risurrezione di Cristo. Paolo lo fa. E ottiene derisione e indifferenza…anche un atteggiamento snob. La gente se ne va: il suo primo grande e totale fallimento.
Anche in quel caso, il Signore lo consolò con la conversione di pochi. Si fa il nome di un certo Dionigi e di una donna, Damaris. A buon conto, Paolo lascia la città probabilmente scuotendo la polvere dai propri calzari.
Immagine: Raphael, St Paul Preaching in Athens