Gesù, lo sposo

Cena in casa del fariseo, dipinto della scuola di Giovanni da Milano (secolo XIV). Vaticano, Pinacoteca

Avere il coraggio di accusare Gesù di scarsa devozione non è da tutti!!! Nel vangelo proposto oggi, sabato della XIV settimana del tempo ordinario, succede anche questo. Il Maestro viene accusato perché i suoi discepoli mangiano e bevono. Non sono come quelli del Battista. Ci vuole una rendicontazione.

Rimango sbalordito da una parte per l’umiltà del Figlio di Dio che si lascia umiliare; dall’altra parte sono stordito dalla sfacciataggine di costoro che osano giudicare la Parola fatta carne. Mi è di insegnamento per tutte quelle volte in cui anche io vengo fatto oggetto di critiche e di accuse di falsa coerenza. Se è capitato a Gesù, chi sono io per pretendere di eludere questo rischio?

Cosa dire? Meno male che Gesù non si è presentato con una compagnia di musoni e di “colli storti” …sapete, quei finti santini infilzati che non convincono nessuno?

No! Gesù non si presenta affatto come un mistico infervorato, non pratica lunghi digiuni e non ostenta le sue preghiere, non si mostra nelle piazze vestito in lunghe vesti, come solevano fare i rabbini del tempo. Il confronto con Giovanni Battista è impietoso: rispetto all’ascetico e consumato profeta del deserto, Gesù appare come un beone e un mangione.

Sembra più un poeta, un artista che un serioso rabbi. Annuncia il suo vangelo parlando di piccole cose. In parabole. Accetta gli inviti. Come dice Enzo Bianchi: “Gesù era un rabbi che amava i banchetti!” Perché?

La ragione è molto semplice: con Gesù è come andare a nozze e come si può stare a dieta il giorno delle nozze del nostro migliore amico? Lo sposo è con noi, amici, non assumiamo aria melanconica, non giochiamo a fare gli asceti e i mistici. Lo sposo è con noi, togliamoci gli abiti stracciati e consunti di chi pensa di far piacere a Dio fuggendo le legittime gioie che egli ci regala!

Tanto i momenti di difficoltà. di tristezza e di sofferenza arriveranno comunque. Basta la vita. A ciascun giorno la sua pena! E in quei momenti saremo chiamati a digiunare e a fare penitenza, quando avremo necessità di orientare emozioni ed istinti per ritrovare la traccia che conduce verso Dio. Ma oggi no, lo sposo è con noi!

Immagine: Cena in casa del fariseo, dipinto della scuola di Giovanni da Milano (secolo XIV). Vaticano, Pinacoteca

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Don Massimo

Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo

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