Non è una esortazione alla violenza o ad una visione cinica della vita, la parola odierna di questo quindicesimo lunedì della liturgia ordinaria. È pronunciata semmai per quei cristiani che interpretano il vangelo annacquandolo parecchio, così da fargli perdere la sua efficacia, la forza grintosa. Perché certe parole di Gesù feriscono come un graffio improvviso. Cosa vi aspettate? Che vi regali una vita paciosa? Molti hanno di Cristo questa immagine di piacione, di uomo che va bene per tutte le stagioni…
Non può essere così. Non deve essere così. Certo pace, armonia, solidarietà, tolleranza, fratellanza, fraternità ecc. ecc. sono tutte prerogative di un discepolo coerente e dunque può spaventarci questa immagine della spada. Occorre fare chiarezza, soprattutto di questi tempi in cui si tornati ad uccidere in nome di Dio. E ti puoi imbattere perfino in cristiani così nostalgici da voler riproporre posizione integraliste e assai fanatiche. Per la loro piccola e meschina visione, saprebbero prendere in mano una spada e brandire colpi a destra e a manca.
Gesù sta dicendo a noi suoi discepoli che diventare credenti sul serio significa anche incontrare resistenze e giudizi. Non bisogna essere ingenui. Il Vangelo, se è annunciato veramente, divide. Averlo tra le mani scotta come una patata bollente e molti se ne liberano. Se sei coerente, rischi di avere fra le mani una bomba e non sono in tanti coloro che possono permettersi di farla esplodere. Sapeste quante volte sento la frase odiosa: “…eh don Massimo, per il quieto vivere…” oppure “…pro bono pacis!”
Pacis? Ma io non sono venuto a portare la pace, ma il fuoco e la spada!! – ci dice Gesù. Ecco la verità: troppe volte viviamo il cristianesimo come un gigantesco calmante inibente, come se la fede avesse lo stesso effetto del bromuro…. o della camomilla! Ci spegne… Non può essere così: l’incontro con il Dio di Gesù ci deve sconvolgere. Gesù non va contro gli affetti familiari. Però così capiamo meglio la sua richiesta folle: egli pretende di essere più grande della più grande esperienza positiva che possiamo fare nella nostra vita. Gesù dice di essere più importante di un innamoramento, più dell’esperienza filiale, più del diventare genitori. È chiaramente una sfida: anche quelle gioie sono poca cosa rispetto all’intensa gioia dello scoprirsi figli di Dio! Sono beni, certo. Ma penultimi. Vi invito ad uscire da una visione minimalista di una fede scialba e scolorita, inutile e noiosa.
La spada, simbolo dei cavalieri di Dio…