Dettaglio della Porta Nord del Battistero di Firenze – Lorenzo Ghiberti

Non è un miracolo come una guarigione. Nemmeno un segno come l’acqua trasformata in vino. Potremmo chiamarla un’azione soprannaturale, metafisica, che va oltre le leggi della natura. E quale potrebbe essere il messaggio di questa azione?

Gli antichi profeti erano parecchio strani e provocatori quando ponevano gesti capaci di veicolare il volere di Dio. Erano simbolici. Qui sono fatti reali.

Nonostante ciò, il brano della liturgia di oggi ci parla di una evanescenza, una lontananza. Anche il verbo usato per descrivere quello che vedono: “É un fantasma!” allude un pochino alle allucinazioni, ai miraggi. Anche a noi – lasciatemelo dire – capita di non stare a galla. Di non riuscirci. Fatichiamo noi e non ammettiamo nemmeno che ci riesca Gesù, il quale invece c’è e in questi casi è sereno. Come quella volta in cui riusciva persino a prendere sonno, nonostante gli alti marosi provocati dalla tempesta. Eppure, se c’è, ci appare lontano… fumoso, evanescente come se fosse un fantasma, appunto. Non bisogna scoraggiarsi. Questo – per esempio – capita a chi segue Gesù con entusiasmo. Arriva in fretta il momento della confusione. È un paradosso. Quando Dio è veramente lontano, o non ce ne rendiamo conto o non ci manca affatto. Quando invece l’abbiamo scoperto e nella vita ne abbiamo fatto testimonianza, ecco che arriva il momento in cui pare che ci abbandoni, ci lasci, ci sfugga.

Forse è proprio quello l’istante che fa la differenza. La fede smette di essere bambina. E in quei casi è sufficiente lasciarsi andare un poco di più. Aver fiducia, affidarsi…meglio. E Lui ci recupera, proprio in mezzo alla tempesta, proprio quando ci sembra di affondare. Ci riacciuffa.

Per evitare questi momenti, la mia esperienza mi suggerisce di essere meno egoisti, meno sbruffoni. Quando Pietro infatti tiene fisso lo sguardo su Gesù, cammina perfino sulle acque. Quando comincia a guardarsi l’ombelico, si lascia prendere dal panico.

E affonda.

Immagine: Dettaglio della Porta Nord del Battistero di Firenze – Lorenzo Ghiberti