Giudicare o non giudicare? Con quale misura giudicare? È veramente possibile per un essere umano sospendere il giudizio, astenersi… Forse è umanamente impossibile. Se siamo sinceri, non appena facciamo girare le rotelle delle nostre meningi esprimiamo giudizi. È quasi matematico.
Per tale motivo la Parola del Vangelo di oggi ci mette con le spalle al muro pesantemente. Ci condanna sia se siamo troppo severi, sia che per un buonismo che oggi va tanto di moda evitiamo di esprimerci e diventiamo dei muri di gomma contro cui tutto rimbalza senza fare del male. Apparentemente.
Gesù è qui ad offrirci una prospettiva completamente diversa. Ha il sapore del metodo. Toglie ogni nostra forte presa id posizione dal rischio della interpretazione soggettiva. Innanzitutto, si parte dal desiderio di fare il bene alle persone che abbiamo accanto, anche a quelle che ci hanno offeso o ci hanno fatto un torto.
Mi sembra qualcosa di profondamente oggettivo. Matteo parla di quattro passaggi: il livello personale (mettiti d’accordo tu e lui solo), il livello per così dire interpersonale (prendi due testimoni), il livello comunitario (davanti all’assemblea), il livello…come dire…della Legge del Signore.
È un buon metodo. Va praticato. Non si accusano sensi di colpa. Esperienza personale.
Immagine: Pietro Perugino, Cristo consegna le chiavi a Pietro, ca. 1481–83, Cappella Sistina