Gesù, fine pedagogo. Non attende i giorni della Passione per preparare i suoi. Non desidera mandarli allo sbaraglio. Non può perdere il suo tempo. L’ora potrebbe essere prossima. Vive con loro. Non ha approntato un corso. E nei momenti di ascolto, suggerisce il comportamento più adatto. Sa che quanto hanno visto e ascoltato, potrebbe essere sufficiente. Basta farne memoria.
Certo, tutto è più bello e convincente quando Gesù è con loro. Ma sarebbe arrivato il momento dell’essere soli davanti al mondo che brama l’annuncio. Dovranno essere liberi. Liberi di muoversi. Non troppo impacciati in cose inutili. Non dovranno quindi portarsi dietro particolari ‘strumenti’, né elaborare particolari strategie. Il Regno di Dio ha bisogno soltanto di persone convinte, che abbiano incontrato il Messia veramente.
Noi abbiamo gli armadi pieni. Gesù chiede di non avere due tuniche. Noi abbiamo più di una casa. Le altre le intestiamo per non pagare tasse. Abbiamo tanti comfort, dall’auto in giù. E che dire del conto corrente in banca? Non si sa mai, quando sarò vecchio mi potrebbe essere utile. Misure di sicurezza. Garanzie.
Gesù invece, se lo ascolti, se fai ciò che dice, ti trasmette la sua forza. Era addirittura taumaturgica. Quello mi ha sempre colpito!!! Essere in grado di aiutare concretamente i malati, togliendoli il dolore. Chissà la sorpresa stessa dei discepoli…si sarebbero presto accorti di essere in grado di rifare propriamente i medesimi gesti del Maestro!
Però le condizioni sono precise… non due tuniche, ne basta una. Vale anche per noi.
Ma noi non ne siamo capaci. Abbiamo i magazzini pieni. A buon conto.
Immagine: Gesù istruisce i suoi discepoli