Disperdere

disperdere

È sempre meglio stare dalla parte di Gesù, cioè della verità. Chi sceglie di fare altro, semplicemente “disperde”. Gesù usa proprio questo termine.

Nel vangelo di oggi si paragona il duro combattere nella vita, al trovarsi in mezzo alla lotta che c’è fra il bene ed il male. Un classico. Anche dei fumetti, delle favole, della fantascienza. Ma qui si tratta di Dio, di essere nella sua comunione. Non di fantasia.

Satana è paragonato ad un uomo forte, ben armato che fa la guardia alla sua casa. Le motivazioni addotte sono una sorta di difesa da parte del Maestro. Viene accusato di essere complice del diavolo. Di agire in suo nome, non in nome di Dio. E Gesù fa parlare le sue opere che oggettivamente (la verità) sono per il bene. Quindi se fosse come dicono i suoi accusatori, lui remerebbe contro il suo principe. L’avversario è furbo. Spesso si maschera di “verità” nel senso che – agendo – noi pensiamo di fare il bene, ma non è così se il nostro punto di vista non è illuminato dal vangelo. “Chi non è con me, è contro di me” – semplicemente.

E mi piace l’immagine del raccogliere. Chi si schiera dalla parte di Gesù, raccoglie. A piene mani. Certo, ci sembra una lotta impari perché il maligno lavora molto alacremente e noi non riusciamo a stare ai suoi ritmi. Eppure, senza il nostro consenso anche lui non può nulla.

Stanno tornando di moda certe derive volontaristiche ed eretiche, un po’ medievali, che fondavano la lotta contro il male su un cristianesimo puritano ed elitario. In pochi, duri e puri, si salvano…  Per niente convincente.

Credo maggiormente nella serenità quotidiana di chi vigila con umiltà; anche sulle proprie tentazioni e cadute. Se mettiamo via orgoglio ed egoismo, piano piano ce la si fa.

Come quando ero bambino, sulla spiaggia del mare, mi divertivo a giocare con la sabbia. E pretendevo di portarne tanta e stringevo le mani. Chiudere le mani è simbolo di egoismo. Non mi accorgevo che più le aprivo, più la sabbia me le riempiva.

Più le chiudevo, più la sabbia veniva dispersa. Quando arrivavo sul posto ed aprivo le mani…ce n’era solo un filo, sottilissimo ed invisibile.  Avevo disperso.

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Don Massimo

Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo