Non mi è ancora capitato di essere convocato in giudizio. Non mi sono mai – finora – rivolto ad un avvocato per cause personali intendo. Non sono mai stato in un’aula giudiziaria. La conosco solo attraverso il Tg e la cinematografia. E non ci tengo nemmeno a fare questa esperienza.
Ma nel mio piccolo, mi capita spesso di vivere situazioni di disagio. Incontrare persone o situazioni che hanno la capacità di farti sentire sotto esame o sotto processo. Vi confesso che a volte certe riunioni parrocchiali, come si suol dire… “mi fan venire la morte…!!”
E allora chiedo allo Spirito santo di poter e saper dire la cosa giusta. A volte è difficilissimo. Per me, è difficilissimo. Perché so che mi lascerò prendere dall’emozione, dalla agitazione, dall’ira, da tante cose…
Forse capita a molti. Avere nella testa mille idee, ma non sapere cosa dire per non procurare danno. Aver paura di sbagliare. Eppure, oso. E mi stupisco di come vadano poi le cose, di come le parole siano uscite da sole senza che nemmeno le avessi pensate. Non significa essere degli sprovveduti, chi mi conosce sa quanto cerchi di prepararmi per ogni incontro, ma capita comunque che a volte la posta in gioco sia talmente alta (scelte e decisioni, relazioni con le persone, responsabilità personali e comunitarie ecc.) che una parola sbagliata può volgere la situazione al peggio.
Ma ecco che interviene la fiducia in Dio, la fede forte nello Spirito santo che ti fa trovare dentro l’animo le parole che possano toccare le corde del cuore del tuo interlocutore ed aprire in lui la strada per una visione corretta. Non è una magia. È credere al valore della testimonianza. E al coraggio.
Non dimentichiamoci che Gesù non teme per sé, dicendo questo. Non teme per la sua persona. Ma tutti sanno che presto arriveranno le persecuzioni. E gli evangelisti ne hanno già fatta esperienza.