Ero al ginnasio quando l’Italia fu tenuta col fiato sospeso nel tentativo di salvare il piccolo Alfredo Rampi caduto in un pozzo artesiano. Chi se lo ricorda? Una fine straziante che aveva mostrato il volto di una nazione capace di condividere il dolore e di mettersi totalmente in gioco per la salvezza di un altro. E non ci fu nulla da fare.
Ogni tanto questo tipo di notizia la si sente ancora, probabilmente perché si lasciano in giro luoghi pericolosi senza il dovuto sigillo di sicurezza. Come a Gorizia durante il lockdown, dove è capitato un fatto simile.
Ai tempi di Gesù questo doveva al contrario essere un pericolo molto ricorrente. Mi fa un po’ sorridere l’accostamento di un figlio al bue, come se fosse la stessa cosa…ma probabilmente Gesù voleva parlare di qualcosa di vitale, che ti sta a cuore. Da cui può dipendere la tua vita affettiva e quella fisica, reale. Cosa era successo ancora? Eh, ancora una volta Dio sotto esame. E gli esami non finiscono mai…
Gesù è invitato addirittura da un capo dei farisei dunque non una cena di amicizia, cordiale ma nuovamente un processo alle intenzioni. Perfettamente inutile. La reazione di Gesù è sempre impulsiva in questi casi. Diventa terribilmente diretto. Con le spalle al muro mette quei benpensanti, teologi improvvisati, teologi del nulla!
Ed essenzializza. Riporta alla fine solo l’immagine di un Dio che ama la vita. Sembra provocarli: “Ma insomma di cosa stiamo parlando?”… Dio preferisce la salute e la salvezza o l’osservanza ad una norma, per quanto importante essa sia? È per la luce o per il buio di un pozzo?
Io sono stufo di persone che continuano ad obiettare e a fare i “distinguo”. Non le sopporto più. È assurdo dirlo ma, nel Vangelo, Dio appare immensamente più tollerante e liberale di noi che ci nascondiamo dietro mille regole che a lui attribuiamo!
Chi crede di stare in piedi guardi di non cadere lui stesso…in un pozzo!!