A volte non abbiamo il coraggio di dire veramente quello che pensiamo di fronte agli altri e accampiamo mille scuse di fronte alle loro proposte, quando non ci garbano. A volte perché non vogliamo essere scortesi, altre perché pensiamo di dover essere diplomatici, quasi sempre perché siamo proprio cattivi…
Sta di fatto che tutte rientrano nel peccato di cattiva e falsa testimonianza. I cristiani al contrario sono esortati ad essere sempre se stessi, trasparenti, a gridare sui tetti quello che noi pensiamo si possa tenere nascosto sotto i tavoli.
Così il vangelo di oggi parla di alcune scuse pretestuose che gli invitati al gran banchetto inventano per non accettare. Sollecitato da una specie di augurio di un commensale: “Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!”, Gesù inventa una parabola. Non gli va giù l’insinuazione che ci possano essere degli eletti o dei raccomandati.
Mi dispiace tanto ma la fede non è dono per pochi prescelti. Il Regno è per tutti. E poi ci sono le scelte della nostra libertà. Le scuse in apparenza rappresentano questa pseudo-libertà: il lavoro e gli impegni dei propri affari, i buoi e tutto ciò che serve per mantenerli, la famiglia con le sue esigenze…
A questo punto Gesù parla esplicitamente di ira di colui che ha organizzato il banchetto. Sembra dire: “Se non accettano gli invitati, saranno più che graditi coloro che quegli ingrati non reputano degni dei loro banchetti!!”
Oh, quanto vorrei essere stato per una volta fra i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi…! Invece in tutta la mia vita, ricca di doni del Signore, non mi sono mai sentito un emarginato. Non so nemmeno che cosa si prova quando si vive quel sentimento. Sì, mi rammarico perché se lo fossi stato almeno una volta, avrei la certezza di essere nel numero dei salvati.
Invece, avendo sovente accampo le mie scuse – come sicuramente avrò fatto anche nella giornata di oggi, benché abbia servito come sempre la Santa Chiesa di Dio – io non ho mai la certezza di poter gustare un giorno il cibo del Regno di cui parlava quel commensale provocatore… È come vivere una continua inquietudine…
Immagine: Brunswick Monogrammist: La parabola del gran banchetto, Museo Nazionale Varsavia, olio su tela – 1525