Tutti temono un temporale quando si avvicina minacciando disastri. Mi ha sempre affascinato però il guizzare dei fulmini. Abitavamo al terzo piano e abbastanza in alto, così mi divertivo ad osservarli. Lo ammetto: facevano paura. Ricordo che mi mettevo a contare anche i secondi che ci impiegava poi il tuono ad arrivare e me lo immaginavo portentoso. È inutile dire che rimanevo deluso quando era più la scena che il resto… oppure quando il tuono non arrivava proprio…
Ecco, cari amici, se ieri abbiamo ragionato sulla facilità con cui le persone diventano irriconoscenti o lo sono da sempre, quest’oggi ci viene presentata dal vangelo un’altra ottusità tutta umana che ostacola il realizzarsi del Regno: l’incapacità di riconoscerlo già attivo e presente in mezzo a noi. Per molti risulta veramente difficile sostare fra il “già” e il “non ancora”.
Gesù è già venuto, è già presente in mezzo a noi, ma il suo Regno non è ancora del tutto compiuto. Cresce. E noi non solo dovremmo vederlo, ma essere anche caldamente invitati a costruirlo.
Sovente mi chiedo se la mia parrocchia è sufficientemente capace di far questo! Essere una testimonial… come quelli che fanno pubblicità, sì… perché no… può essere paragone infelice, ma adesso che vanno di moda gli “influencer” che vengono presi come dei guru, anche se sparano cavolate… noi non siamo capaci nemmeno di fare buona pubblicità al Regno?
Chi ci vede, cosa vede? Sospendo il giudizio. Ma a me piacerebbe tanto che chi si affacciasse alla mia parrocchia, vedesse gente appassionata per Gesù. Costoro smetterebbero di stare alla finestra. E anche loro come un fulmine, si metterebbero al servizio del Regno.