Chissà perché nell’iconografia classica sono raffigurati in maniera sempre così grottesca. Ma che brutti questi banchieri! Perché mai? Fin dai tempi di Bramieri lo avevamo imparato: “Anche i bancari hanno un’anima?” !!! e ci erano diventati simpatici. Sì lo so, un conto è dire bancari e un altro banchieri…In questo caso fa lo stesso. Persone che non sempre destano fiducia. Forse perché nel Medioevo, arrivarono ad essere così potenti da poter prestare i soldi perfino a Papi ed Imperatori. Qualcuno poi diventava anche un bell’usuraio…per cui due e più due fa quattro – verrebbe da dire… ed ecco dipinti quei brutti ceffi come crudeli strozzini!
Eppure, Gesù nella parabola di questa domenica li tira in ballo in positivo, come una soluzione di rimedio…una sorta di male minore, rispetto al nascondere il proprio talento e alla malaugurata decisione di non farlo fruttificare.
Poverello Gesù, ingenuo anche…oggi come allora le banche che interesse vuoi che ti diano. Fanno il loro comodo! Di questi tempi poi c’è d’aver paura a parlare…con tutti i fatti di cronaca che riguardano perfino la banca del papa e gli affari della Segreteria di Stato vaticana. Chi va al mulino si sporca di farina!
Sta di fatto però che al padrone al suo ritorno vorrebbe trovare il suo patrimonio con l’interesse. Il Signore insomma investe su di noi. Siamo noi il suo tesoretto. Non possiamo avere paura. E se la proviamo, dobbiamo trovare il modo di sconfiggerla. Il Signore vuole il nostro bene e se ci responsabilizza, non ci può poi mollare e lasciare da soli nelle difficoltà.
“Banchieri” di tutto il mondo riunitevi. E aiutateci a far rendere il talento che Dio ci ha affidato!!!