Capodanno?

capodanno

Oggi inizia il nuovo anno. Almeno per me. Da tanto, infatti, i miei tempi sono i tempi della Chiesa. Il primo gennaio con tutto il folklore collegato al cenone e al grande veglione mi dicono poco o niente. Anzi, il 31 vado a letto presto e nemmeno i botti mi svegliano dal primo sonno!

Con la prima domenica di Avvento l’anno liturgico compie il giro di boa. E ci arriva come una scossa, come un brivido nei giorni sempre uguali. E ci accorgiamo che tutto è già in attesa. Sembra calma piatta, in realtà tutto è in crescita.

Ed è un attendere comunitario: mai egocentrico, mai per singoli. Non interessa diventare santi e beati da soli. I cieli nuovi e la terra nuova sono per tutti.  Sarà un rifiorire della vita per tutti.

A Capodanno ci si augura: “Anno nuovo, vita nuova” sperando di riuscire a cambiare le cose che non vanno e a realizzare quanto ancora si desidera. Ecco, dunque, la preghiera avventizia per eccellenza. Invocare l’arrivo di Dio. A noi compete solo di andargli incontro, il resto lo fa Lui che ti sopraggiunge come un bacio inaspettato, una carezza amorevole e gratuita.

Andare incontro, va bene. Ma come? Il vangelo suggerisce due modi: di prestare attenzione e di stare svegli. Il padrone si fida e affida. L’uomo, da parte sua, è investito di un’enorme responsabilità. Sapere dare una risposta. Perché in Gesù Cristo, Lui l’ha già data definitivamente!

Mi accorgo però che occorre specificare. Oggi dire ad una persona che è un tipo sveglio, significa…capace, pratico, concludente. A me invece piace anche dire che si può sognare anche ad occhi aperti. Non è vero che sogna solo chi dorme bene.  Oggi più che mai, essere attenti deve significare anche questo: rispetto per le persone, per le situazioni, per l’ambiente…l’acqua, l’aria, le piante, il mare… stupirsi dei doni.

Perciò preferisco interpretare questo inizio di avvento come un appello a vegliare, con gli occhi ben aperti. Quando torna l’atteso, deve poter trovarci belli svegli. Impegniamoci a salvaguardare noi stessi e tutto ciò che ci circonda.

Ho una nipote che a Natale partorirà e voleva venire a trovarmi. Le ho detto, no no…stai pronta…e se nasce? Mi piacerebbe essere un cristiano che sta attento ad ogni respiro di vita che nasce, che sa vedere l’esistenza come una madre in attesa, gravida di Dio, incinta di luce e di futuro.

Tutto il resto corre il rischio di una vita addormentata, intorpidita che non si accorge più di niente. Buon Capodanno! Buon anno liturgico.

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Don Massimo

Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo

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