Farsi uguale a Dio

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Gesù aveva guarito il paralitico della piscina in giorno di sabato. Non bisogna aspettare di vedere Caifa stracciarsi le vesti durante la farsa del finto processo a Gesù conclusosi con l’accusa di bestemmia. Già qui all’inizio del vangelo di Giovanni (cap.5) è già detto chiaramente. “Il sabato e il farsi figlio di Dio” ecco il motivo per cui i Giudei vogliono uccidere Gesù! “Scioglieva” il sabato che grazie a Lui ritrovava il suo “essere per l’uomo” e chiamava Dio Padre facendosi uguale a Lui.

Farsi uguale a Dio è il peccato di Adamo, ecco perché accusano Gesù! Ma il peccato di Adamo non fu quello di farsi uguale a Dio, ma di rapire ciò che non può essere che dono; volle possedere in proprio ciò che gli veniva dal Padre: non accettò di essere figlio. Gesù invece è il Figlio, il primo uomo che accetta di essere tale: amato dal Padre e obbediente a Lui!

Di Gesù va accolto tutto: la sua umanità e la sua divinità, non solo quello che ci piace di più o che riusciamo a capire… “Chi vede me, vede il Padre…”

E allora preghiamo insieme a Charles de Foucauld:

«Padre mio, io mi abbandono a te: fai di me ciò che ti piacerà. Qualunque cosa tu faccia, io ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto, purché la tua volontà si faccia in me, in tutte le tue creature. Non desidero altro, o mio Dio. Rimetto la mia anima nelle tue mani. Te la dono, o mio Dio, con tutto l’amore del mio cuore, perché ti amo ed è per me un bisogno d’amore il donarmi, il rimettermi senza misura tra le tue mani, con infinita fiducia, perché tu sei mio Padre».

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Don Massimo

Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo