L’itinerario pasquale delle sette settimane che conducono a Pentecoste ci invita a prendere un po’ più in considerazione lo Spirito Santo che io chiamo… “l’illustre sconosciuto”. Eh sì, non è molto presente nelle nostre preghiere di cattolici! Più protagonista nella fede ortodossa e in genere negli orientali. Noi occidentali siamo più pratici e concretoni…non abbiamo tempo di “perderci via…”
La liturgia invece ci esorta ad aprire la nostra mente e il nostro cuore al dono dello Spirito. A più riprese Gesù promise ai suoi discepoli questo dono, che è il primo che ci fa da Risorto. Se ci arriva, è perché Gesù ha pregato il Padre affinché ce lo mandasse! Quindi è indispensabile. Come quando noi diciamo di amare una persona o Dio stesso, ma lo facciamo a parole…solo i fatti rendono credibili le nostre dichiarazioni.
Essere cristiani è legare la nostra vita alla persona di Gesù. E per esserne capaci dobbiamo imparare. Docili. Lo Spirito in questo caso è un buon maestro e ci insegnerà ogni cosa, perché lui è Consolatore, Avvocato, Intercessore, Assistente, Difensore…quanti nomi e quanti ruoli ha lo Spirito!!!
Sta al nostro fianco nel cammino della vita. Lotta con noi, per noi e meglio di noi. Cristo le definisce: “un altro” … chiaramente perché il primo nostro difensore è Lui stesso. Che si è fatto carne per ciascuno di noi, per salvare ciascuno di noi.
Fra i suoi primi compiti di insegnante, c’è la memoria. Lui ci insegna a ricordare. E poi il suo insegnamento non è diverso da quello di Gesù solo che lo rende vivo, operante. Lo Spirito dà vita, diciamo nel Credo. Egli ci abilita ad interiorizzare, a fare nostra ogni sua Parola.
Tendi le orecchie e ascolta ciò che lo Spirito ti dice.