È il giorno di Pentecoste. Dei meravigliosi testi di questa giornata recupero le parole di Gesù risorto su cui mi sono già soffermato. Il Figlio dello Spirito dice che “insegnerà” e “vi ricorderà”. Ma nel senso che lui ci farà memoria o agirà affinché noi ci ricordiamo? Quello che potrei dire è che nel Vangelo risulta che è solo Gesù che insegna, avendo imparato dal Padre! È il Padre che insegna a lui l’essere Figlio. Qui d’altra parte è il Figlio stesso che ci fa capire che, quando manca Gesù, subentra lo Spirito ad insegnarci a vivere da figli. Permette di capire tutte le cose dette dal Figlio, ci insegna ad amarlo, insieme con il Padre e ad amare anche i fratelli.
Allora capisci tutto. L’uomo – si sa – non può capire tutto. Tranne in questo caso: se è docile all’azione dello Spirito. Fantastico. La fatica è diventare uomo dello Spirito. Poi il resto lo farà Lui. E ti farà ricordare tutte le cose.
Mi piace dunque molto questo verbo: ricordare. È molto presente nella Bibbia. Letteralmente vorrebbe dire “riportare al cuore”, quindi azione più di sentimento che di razionalità. È l’amore che ti fa riportare nel cuore le parole di chi ami, queste parole entreranno nel nostro cuore e siccome uno vive di ciò che ha nel cuore, di ciò che ricorda, vivremo la parola e saremo come Gesù, il Figlio che ha dato carne alla Parola.
La nostra fede cristiana non è altro che memoria di Cristo, la memoria del Figlio. E ciò che non è in memoria non esiste. Si perde. Ecco perché l’Eucaristia non si è persa finora e non si perderà mai, perché la si celebra nella sua memoria.