A Gesù piacevano le more? Forse. Il gelso è un albero la cui simbolica è famosa nel mondo delle leggende pagane. Il rosso del suo succo ricorda il sangue ed è simbolo della passione, quella dell’amore – s’intende. Per il famoso Plinio il vecchio era il più saggio tra gli alberi, perché con pazienza attende che siano scongiurate anche le gelate più tardive per emettere il fogliame. Aveva anche proprietà lenitive. È singolare però che venga citato nella Bibbia solo due volte, di cui una qui – nel vangelo di oggi.
Il brano è sollecitato da una domanda finalmente ben posta: “Abbiamo bisogno di un supplemento di fede”. È proprio questione di quantità: “Aggiungici la fede!”… letteralmente. Oggi è il giorno giusto per chiedersi: “Che cos’è la fede?”.
Verrebbe da rispondere come abbiamo studiato a scuola: è ciò che da senso razionale alla verità rivelata. Bene. Ma al di là di ogni risposta teologica e dogmatica, io risponderei che la fede innanzitutto è l’amore che Dio ha per me; io credo all’amore che Dio ha per me; mi basta la sua grazia con la quale mi ricopre ogni giorno… E in effetti, siccome in questo cammino sono sempre agli inizi…non mi scandalizzo se Gesù parla in termini quantitativi. Certo che c’è sempre più bisogno di un’aggiunta di fede, cioè di ricentrare ogni volta la nostra libertà in Cristo Gesù, morto e risorto per me. Perfino Gesù rassicurò Pietro garantendogli di aver pregato per lui affinchè non venisse meno la sua fede! Oggi il vangelo delle piccole cose, piccole come un granello di senape, cioè la punta di uno spillo, ci incoraggia. Potremmo sradicare perfino un gelso dalle sue radici poderose e piantarlo nel mare, se avessimo un briciolo di fede!! Immagine surreale. Qui il gelso è simbolo dell’uomo, anche il più duro, il più arido. Gettarlo nel mare della misericordia di Dio.
Però a me piace dare anche un’altra interpretazione. Perché Luca solo qui e solo lui cita l’albero di sykáminos? È l’unica volta che questa pianta entra in scena in tutto il Nuovo Testamento. L’applicazione è semplice e acquista una forza ulteriore nel contrasto tra il microscopico granello di senape – che Gesù aveva già usato come simbolo della piccolezza, ma anche della potenza intima del regno di Dio (Matteo 13,31-32) – e l’albero frondoso e maestoso del gelso. Forse che Gesù si paragona al gelso? È lui l’obbediente, è lui il saggio, è lui che è stato sradicato dalla divinità per perdersi nella nostra umanità…?
Insomma alla rischiosa domanda “Aumenta la nostra fede!” (poiché non sapevano quello che chiedevano) domanda formale degli apostoli, la risposta profonda di Gesù è la seguente: “Se volete da me la fede, sappiate che la mia fede è farsi obbediente fino alla morte”.
Il gelso obbediente sono proprio io! Siete pronti ad esserlo anche voi?