Di cosa sta parlando Gesù? Per questa prima domenica di Avvento (ricomincia l’anno A) la provocazione è sulla vigilanza. Avvento è attesa. Ci rimettiamo in cammino. E i tempi non sono buoni. In molti campi e per molti aspetti. Qui si tira in ballo perfino la similitudine con i tempi di Noè quando Iddio creatore dichiarò con enfasi: “Mi pento di avere fatto l’uomo”. Stava arrivando il diluvio e manco se ne accorgevano. L’arca è segno della umile obbedienza del piccolo “resto”. Grazie a Dio c’è sempre un resto di Israele che capisce, che porta avanti le cose.
E allora da queste pagine in cui il vostro parroco si concentra su parole o concetti minori rispetto al resto del messaggio – io lo chiamo il vangelo delle piccole cose – vi rilancio l’espressione: “…nell’ora che non vi immaginate”
Di cosa sta parlando Gesù? Dello sposo (come nella parabola delle dieci vergini) che è Lui, il Messia? Della morte? Della fine del mondo e dei tempi? Del suo ritorno sulla terra? E troverà ancora la fede…? Boh!
So che il verbo usato – immaginare – è δοκέω (dokéo) che ha svariate accezioni. Nel greco antico veniva usato per aspettare, pensare, supporre, immaginare. Comunemente stava per… sembrare, una cosa che si pensa, quel momento che precede una decisione…
Molto interessante. Come vi immaginate il futuro, il vostro futuro intendo…? Noi tutti sappiamo che stiamo camminando verso l’incontro finale con il Signore. Come sarà? Gesù parla di ladri, di scassinatori…fa appello a non essere trovati impreparati. Avvento, scuola di vigilanza. Avvento, scuola di immaginazione e fantasia. Come ve lo immaginate l’incontro? E allora buona immaginazione! Le brutture che ci circondano ci hanno abituato a non averne più.