Chiudere la bocca

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Per il vangelo delle piccole cose, questa domenica mi soffermo sul verbo usato da Matteo per zittire i sadducei: φιμόω. Implicitamente li tratta da cani che abbaiano. Infatti chiudere la bocca in questo caso significa mettere la museruola!

È un verbo usato altre volte nel Nuovo Testamento come quando Gesù mise la museruola all’indemoniato: “Taci!” Metaforicamente invece assistiamo a questa capacità di Gesù di ridurre al silenzio, di lasciare senza parola le persone, di esercitare su di loro un controllo morale grande.

Ricordiamoci che in tutto il suo percorso non riuscirono mai a trovare capi di accusa credibili nemmeno quando furono pagati falsi testimoni. Ogni anno lo sentiamo raccontare durante il Passio. Gesù sa difendersi. Parlava apertamente e sapeva dialogare. Solo davanti alla violenza gratuita Gesù tace: “Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?”.

Gesù è la Parola incarnata. E Dio è capace di parlare anche nel silenzio, soprattutto nel silenzio. E davanti a questo Nazareno che non teme di tappare la bocca a chi parla a vanvera o dicendo menzogne occorre riconoscere che abbiamo bisogno di tornare ad una sorta di “etica” nel comunicare. Non siamo più capaci di dialogo.

Basta assistere a qualche dibattito televisivo. Basta stare coi bimbi al catechismo. E basta considerare anche quando usiamo male del nostro parlare. Papa Francesco continua a ricordarcelo. Tenete a bada la lingua, il pettegolezzo, le dicerie…

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Don Massimo

Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo

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