Quaranta giorni in compagnia di fiere pericolose e dolci angeli. Solo Marco descrive le tentazioni così. E io ho capito questo: Satana lo tenta, gli angeli lo servono…ma le bestie selvatiche, che fanno? Sinceramente cosa ci stanno lì a fare nel deserto col Gesù? Rappresentano lo squallore del deserto con i suoi pericoli? I profeti dell’Antico Testamento si esprimevano così per parlare del massimo della desolazione possibile. Durante l’Esodo era un segno di punizione divina. Non saprei. Però nel paradiso terrestre tutto era in armonia e anche Adamo stava con le bestie selvatiche senza averne paura. Isaia l’aveva detto: verrà un tempo dove il lupo e l’agnello vivranno insieme!
E poi vi ricordate Antonio nel deserto, Gerolamo, su su fino al lupo di Gubbio…ammansire animali feroci era prerogativa dei Santi!!! Cioè: l’umano diventa capace di relazionarsi sia con chi è più in alto, sia con chi è più in basso di lui nella scala dell’essere. Forse sto divagando.
Ma nella incertezza interpretativa, mi pare di poter affermare una cosa sicura: angeli e bestie stanno nel deserto perché estranei alla normale convivenza umana. Forse allora si dischiude una terza ipotesi interpretativa, secondo la quale la presenza degli animali non si identifica pienamente né con la tentazione, né con il preannuncio di un nuovo Eden. Angeli e bestie sono accomunati dall’essere segni, sia pur collocati a estremi opposti, dell’assistenza divina nella prova, come è scritto nel salmo 91: .: «Egli per te darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie… »
Gesù posto al centro, tra angeli e bestie, è il nuovo Adamo che si intrattiene con tutte le creature in una perfetta armonia. È l’inizio dell’era messianica. Un messianismo anche ecologico, urgentissimo di questi tempi in cui per un nulla si abbattono orsi e animali protetti…
