Per il Vangelo delle piccole cose, mi concentro su questo avverbio. Gesù si preoccupa del “dopo” e prepara i suoi discepoli. Sta scritto infatti: “E la pecore del gregge saranno disperse”. Ci sarà uno scandalo davanti al quale resistere. Ci sarà una cosa nuova da credere. Infatti la Risurrezione raggiunge una dimensione così profonda da far parte della Rivelazione divina. Non è un miracolo come tutti gli altri. Una sorta di miracolone, il più grande che sia stato mai realizzato. Gesù l’ha gradatamente preannunziata nel corso di tutta la sua attività messianica e soprattutto nel periodo per così dire pre-pasquale. Gesù cominciò a insegnar loro che il Figlio…ecc. ecc. lo sappiamo bene: Marco 8, – 31- 32!
E l’indicazione dopo la Trasfigurazione, quando scendevano dal Monte Tabor, è ancora più precisa: “…ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risuscitato dai morti” (Mc 9,9). Chiaramente – e c’era forse da dubitarne? – i discepoli rimangono alquanto perplessi e non sapevano nemmeno cosa volesse dire risorgere da morte. Forse potevano capire il ritorno di Elia che era sparito sul cocchio infuocato… Però l’insistenza di Gesù sulla sofferenza e sulla morte, non lasciava ombra di dubbio.
Gesù se ne era accorto. E infatti tornerà ancora sull’argomento, ma i discepoli non capivano e siccome avevano intuito fosse cosa importante…non fiatavano più, avevano timore di chiedere spiegazioni.
Quando si troveranno sulla strada verso Gerusalemme, ormai prossimi alla Passione, per la terza volta Gesù ne parlò sempre più esplicitamente. Insomma siamo qui di fronte ad una previsione e predizione profetica degli avvenimenti, nella quale Gesù esercita la sua missione di rivelatore del Padre, della volontà del Padre. E mette sempre in relazione morte e resurrezione, sempre. Le unifica nella finalità redentiva con un valore aggiunto ancora più ricco di speranza per noi: tutto ciò “deve” avvenire. Gesù fa quindi conoscere ai discepoli stupefatti, anzi sgomenti, qualcosa del mistero di Dio che sta sotto ogni evento, anche il più doloroso, il più incomprensibile. Quanta speranza dietro a quel “dopo”.