Ha appena concluso il suo discorso eucaristico, sul «pane di vita», riferito nel capitolo 6 del Vangelo di Giovanni, e Gesù è circondato dai suoi discepoli piuttosto perplessi. Qualcuno pensa addirittura ad una forma id cannibalismo? Non saprei… Ma l’obiezione è chiara: “Come può darci la sua carne da mangiare”? Significativo è l’originale greco ove si usa l’aggettivo sklerós: quello di Gesù è un discorso “sclerotico”, recalcitrante a ogni intelligenza e comprensione normale. Non a caso qualcuno comincia a tirarsi indietro. L’incomprensione si basa sull’ascolto “letteralistico” di quelle parole che in realtà rimandano solo a una comunione («mangiare») personale («carne e sangue») con Cristo. Come con la Samaritana, lei ostinatamente pensava all’acqua. Gesù allo Spirito.
Sarebbe bello ricercare le parole “scandalose” pronunciate da Cristo, per intuirne la portata autentica. Egli era consapevole di creare sconcerto, tant’è vero che in quel giorno a Cafarnao aveva replicato così: «Questo vi scandalizza?» (6, 61). Il verbo “scandalizzare” e il sostantivo “scandalo” sono un ricalco dal greco e letteralmente significano “far inciampare” chi sta camminando attraverso una “pietra dello scandalo”, come ancor oggi siamo soliti dire.
Gli studiosi si sono sbizzarriti nei sinonimi: parole dure, violente, scandalose…perfino shock! Ma quali sono queste frasi shock/hard/dure/scandalose di Gesù? A esempio: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre […] e persino la propria vita, non può essere mio discepolo» (Luca, 14, 26). Oppure: «Chiunque guarda una donna per desiderarla ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore» (Matteo, 5, 28). O ancora: «Non crediate che sia venuto sulla terra a portare pace: sono venuto a portare non pace ma spada!» (Matteo, 10,34)
Non fermiamoci all’apparenza, ma andiamo alla sostanza. Cristo non vuole scandalizzarci. Gesù di Nazareth ci vuole discepoli veri. Si parla di radicalismo evangelico.