Quando sono stato ad Istanbul, ho visto proprio questa scena. Persone sedute che si lavavano il capo, il volto, le mani e le braccia almeno fino al gomito. Subito pensai al brano di oggi. Fummo fortunati: ci fecero solo togliere le scarpe e camminammo nella moschea blu su soffici tappeti.
Abluzioni. La tradizione. La legge. Non fanno problema. Ogni percorso religioso ha le sue cose. Non si contesta. Si contesta il cuore. Lavarsi le mani impure, cioè? In greco però non c’è scritto immondo ma comuni… E io capisco che mi devo presentare davanti al Signore così come sono, non artefatto. Vale a dire: così come sei! Non fai le abluzioni di rito per essere te stesso. Le fai per rispettare un comandamento. Si suppone che siano pulite le mani, altrimenti te le lavi. Anche io prima di mangiare mi lavo le mani. Prima di iniziare la Santa Eucaristia, mi lavo le mani. È questione di igiene e buona educazione. Se te le lavi che sei già pulito, significa altro. È un rito.
E allora la faccenda si fa seria. È come se ci mettessero delle norme che hanno come risultato finale quello di impedirmi di incontrare il Signore e di essere incontrati da lui.
Nei salmi si recita riguardo al sole: Egli sorge da un estremo del cielo, e la sua corsa raggiunge l’altro estremo, e nulla si sottrae al suo calore, ma in questo caso noi mettiamo un bello schermo, così raggiungerà alcuni e altri no, perché alcuni meritano di essere raggiunti e altri no, secondo questa mentalità non lo meritano.
E sarebbe utile vedere tutte le tradizioni che ci facciamo anche noi nella chiesa, anche come singole persone, “Io ho sempre fatto così, rispettate i miei criteri”, ognuno di noi alla fine si auto proclama “istituzione”. Se uno non entra nelle norme di quel che penso io, di quel che dico, subito cerco di convincerlo. Riteniamo di essere sempre giusti. Non ci accorgiamo della lontananza del nostro cuore da ciò che vale. Come ci fosse questa personalità sdoppiata. E Isaia (prima lettura) sta parlando anche di noi. Tra l’altro il cuore nella Bibbia allude anche all’occhio, l’occhio che giudica; quindi le abluzioni ci hanno portato al cuore che condanna e se lo fa vive nell’odio.