Di lana, di lino o di pelle il mantello è indumento fortemente biblico. Poteva servire alla bisogna anche per il trasporto delle merci. Solitamente però, come dice la Torah, serviva per coprirsi dal freddo notturno. Non desta stupore pertanto che questo indumento assuma un significato altamente simbolico. Dice il ruolo, l’importanza e la missione di chi lo indossa. A Cristo martoriato glielo fecero indossare rosso scarlatto, di porpora. Disprezzo totale per chi era stato conciato così. Al danno si aggiunse la beffa più cinica. E chi non si ricorda il mantello peloso di Elia, Eliseo…tipico dei profeti? Trasmissione di “potere spirituale”. I due terzi del tuo Spirito passino a me! Anche il Battista si riveste del mantello peloso di cammello.

Insomma il mantello richiama l’attesa messianica. È simbolo del regno di Israele. Quanti mantelli stesi davanti a Gesù per il suo ingresso a Gerusalemme, la domenica delle Palme! I più belli erano confezionati con frange. Almeno quattro, una per angolo. Ricordavano i comandi del Signore. Tanti nodi quanti erano i comandi che intrecciavano le frange. Quella donna che tocca il lembo del mantello forse lo sapeva bene, come era scritto nel libro di Zaccaria.

E perché nel brano di oggi Bartimeo getta a terra il proprio mantello e lo lascia lì? È simbolo del discepolo che per seguire Gesù si libera delle sicurezze che rendono difficile il cammino dietro Gesù. Ed è disposto a dare la vita, cosi come la diede Gesù, quando, per amore, si tolse le vesti, simbolo della sua vita. Gesù, quando raccomanda di cedere pure il mantello a chi a causa di un pignoramento chiedesse la tunica, insegna ad amare anche i nemici perché il male non si vince con la vendetta, ma facendo generosamente il bene.