Dei nonni di Gesù da parte di padre putativo qualcosa si sa. CI sono dei nomi nelle varie genealogie. Ma poi la nascita di Gesù è decisa dal sì di Maria, dalla quale è nato il Cristo. Continuità e divergenza. Sta nascendo qualcosa di nuovo. Per questo quanto si dice della casa di Davide non riguarda solo Giuseppe, ma anche Maria. La Legge prescriveva che ogni uomo doveva sposare una donna della propria tribù e della sua famiglia, come racconta l’apostolo Paolo che scrive a Timoteo: “Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti…” Dunque Maria sente dire del suo bimbo che “Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre”. Un re che nascerà fra sassi peggio di quelli di Matera, un re perseguitato dalla nascita che deve espatriare da neonato, che avrà una corona ma di spine… Insomma, non è troppo? Eppure l’espressione “trono di Davide” designa il potere sul popolo d’Israele, che Davide governò a suo tempo con zelo pieno di fede.
Il popolo che Davide guidò con potere temporale, Cristo lo guiderà con grazie spirituali verso il Regno eterno. “Regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe “. Tutti capiscono la discontinuità. Non si sta parlando più del primo testamento. Ora la casa di Giacobbe designa la Chiesa universale che per la fede e la testimonianza a Cristo si ricollega al destino dei patriarchi, sia per coloro che hanno avuto origine carnale dalla loro stirpe, sia per coloro che, nati secondo la carne in altre nazioni, sono rinati in Cristo, per mezzo del battesimo nello Spirito. È su questa casa di Giacobbe che Gesù di Nazareth regnerà per sempre: “e il suo regno non avrà fine”. Maria con il suo “Sì” permette che il regno accada nella vita presente e continui quando Gesù governerà il cuore degli eletti. In essi abiterà, e per la loro fede e amore nel Signore, Cristo li governerà con continua protezione, per farli giungere ai doni della retribuzione celeste; regna nel futuro, quando, terminato l’esilio temporale, li introduce nel soggiorno della patria celeste. E là si rallegrano di ciò che la sua presenza visibile ricorda loro continuamente di non fare altro che cantare le sue lodi. Siederanno anche loro su troni.
Liberamente ispirato ad un’omelia di san Beda, il venerabile. Uomo del VII secolo.