Anfore o giare?

anfora

In realtà né l’una né l’altra sono esatte come traduzioni. Il greco di Giovanni parla di idrie. Dichiara che c’era la madre e le idrie di acqua. Erano di pietra. Che sia una provazione per una similitudine fra Maria e questi contenitori d’acqua. Sono sei, il numero dell’uomo, il giorno della creazione dell’uomo, infatti quel che avverrà ora sarà come una creazione dell’uomo nuovo, poi la parola “idrie” richiama proprio l’acqua, sono i contenitori d’acqua che è l’elemento primordiale della creazione; sono di pietra e la pietra richiama le tavole della legge scolpite sulla pietra, quella parola che dà senso alla creazione, che ci manda verso la vita, verso l’amore; e poi si parla di purificazione dei giudei: sono i vari riti religiosi per tenere una vita pura, una vita che sia totalmente vita; e poi si dice anche la misura: di due o tre misure ciascuna -una misura è quarantacinque litri, quindi ogni idria era di novanta o centotrentacinque litri e Gesù dice: Riempitele. Se dice “riempitele” vuol dire una cosa semplice: che non erano piene del tutto, l’acqua era già stata usata.

Una fede basata sulla legge porta alla durezza della pietra e alla morte della fede. Non hanno più vino. Gesù dice riempitele, e si riempiono con l’acqua fino all’orlo. L’acqua rappresenta il desiderio di vita dell’uomo. Guai a chi rinuncia ai desideri profondi che sono nel cuore dell’uomo; non ha più senso vivere, siamo vuoti, viviamo il vuoto, il nulla, meglio non essere nati ed è quel che ci capita mediamente, si fanno tante cose ma che senso hanno? Mi chiedo infine perché Gesù ha mutato l’acqua in vino, invece di fare altre cose. Forse perché sapeva che i suoi successori molto devotamente avrebbero fatto di tutto per tramutare il vino del Vangelo in acqua.

Ogni volta che noi leggiamo il Vangelo come obbligo, dovere, legge, tristezza rineghiamo Cana. Questo è il principio, tutto il resto scaturisce da qui. È tremendo come istintivamente, spontaneamente si faccia subito il miracolo contrario, tramutare il vino del Vangelo, della libertà e della gioia in obbligo, dovere e tristezza; cupezza religiosa.

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Don Massimo

Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo

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