Tutto gira intorno a quel dito: ha toccato oppure no il corpo risorto di Cristo? Il Vangelo non lo dice. Parla della subitanea e bellissima professione di fede. Al tutto fa seguito la famosa conclusione del maestro che però non rinfaccia a Tommaso di essere un incredulo. Ci sono studi che approfondiscono il problema e in questo caso è legittimo ironizzare: mettono proprio il dito nella piaga!! Per questo mi chiedo. È così importante saperlo? Qualcuno lo crede sostenendo che Tommaso sia il contraltare della Maddalena che al contrario ha creduto subito, nonostante il Risorto gli abbia ingiunto appunto di non toccare! In effetti sarebbe un Cristo un po’ indeciso: alla Maddalena no, a Tommaso sì. Improbabile.
Fra l’altro per l’evangelista, il toccare è importante. Ma molto di più il vedere: crede chi ha visto. O meglio: ho visto per cui posso testimoniare. Su 31 versetti sono ben presenti nell’intero capitolo 20, ben 13 forme diverse del verbo – vedere – e 8 del verbo – credere -. Il toccare non sempre serve. Meglio il mangiare. Solo Tommaso in verità aveva osato tanto: chiedendo di toccare. Gli studiosi ipotizzano che non è indispensabile toccare per credere, anzi di per sé nemmeno vedere! Dal tatto alla vista, anzi all’udito: questa è l’ascesi più nobile della fede. Sono stati gli apocrifi a fuorviare tutto, soprattutto quelli di stampo gnostico che sostenevano il raggiungimento della fede solo attraverso la via razionale. Eretici! Rischio attualissimo e contemporaneo di una fede raggiungibile solo dai pochi eletti animati da un sovrano disprezzo della materia. E questo spiegherebbe la reazione per così dire cattolicissima, dei Padri della Chiesa prima e della Scolastica poi, a spingere la devozione popolare verso un Tommaso che tocca davvero la carne del Risorto.
E che dire dei pittori? Caravaggio ha fatto la sua parte. Ha immaginato un forte toccamento: un dito che addirittura penetra nella carne formandone delle pieghe. Ma si sa che il Merisi da gran provocatore amava sovvertire i canoni che per secoli avevano trasmesso altro. E inventa questa invasione abbastanza brutale che ha il sapore di un’invasiva ispezione medica. Perché mai? Semplicemente, dico io, per ribadire la fisicità del Risorto. Non è altri rispetto al Crocifisso! È proprio lui.
Il Borromeo poi nel XVI secolo (piena Controriforma) non fu più delicato. In una omelia dedicata a Tommaso San Carlo arriva a dire: “Tutte queste ferite sono in effetti come molti squarci e il Signore vuole che penetriamo in essi, se vogliamo leggere”. Insomma, ricordiamoci dello stolto del famoso detto proverbiale: guai a chi si sofferma a guardare il dito mentre il saggio indica la luna!