Un centinaio di metri

ἀπὸ πηχῶν διακοσίων…Giovanni è preciso in questo 21° capitolo del suo vangelo. Non erano molto lontani dalla riva. Solo duecento cubiti, che in italiano viene tradotto in “un centinaio di metri”. Infatti, il cubito ebraico era stimato cm 44,45; se vogliamo essere ancora più precisi, esistevano due varianti una più grande di un palmo (51,8 cm) ed una misurata dal gomito fino alle nocche della mano chiusa (38 cm). Cento metri. A me verrebbe l’infarto, pur piacendomi nuotare. Ma data l’età, non mi ci metto neppure. Invece Pietro si tuffa. Lascia che gli altri approdino pian pianino a causa dell’eccessivo peso dei 153 grossi pesci. Li avranno contati a uno a uno. Non saprei. Quello che so è che i nuotatori sportivi preparati oggi fanno i centimetri in 2 minuti e mezzo. Li vedi sfrecciare in acqua… Forse Simon Pietro ci avrà messo di più, ma qui è chiaro che Giovanni vuole sottolineare il tema della rapidità. Il futuro papa ha fretta. Di cosa? Perché?

Il vangelo della terza domenica di Pasqua dell’annata C ci pone di fronte alla presenza del Signore risorto che viene riconosciuta dal discepolo amato e da lui comunicata a Pietro. E il Risorto, una volta riconosciuto dai discepoli, ridona unità al loro gruppo smarrito e che si stava disgregando. La pagina di Giovanni ci presenta la crisi della comunità dei discepoli dopo la morte del loro maestro e guida.

Il vangelo si apre presentando il disfacimento di un corpo comunitario. E che caratteristiche presenta questa disgregazione? Anzitutto la rapidità. Basta pochissimo tempo perché i discepoli che si riunivano insieme almeno ogni primo giorno della settimana, si sfaldino e smarriscano la loro dimensione di comunità. Inoltre, diversi discepoli non ci sono più. Sembra che alcuni siano scomparsi, se ne siano andati. Ne vengono nominati solo sette. Il gruppo non ha saputo custodire la propria integrità: spinte personali e soggettive sono state più forti del richiamo comunitario. Il tempo senza Gesù ha ben presto mostrato la labilità di alcuni discepoli, la precarietà di alcuni che pure per diverso tempo avevano vissuto con Gesù. Non avevano acquisito sufficiente maturità umana e spirituale? Non avevano sviluppato sufficiente autonomia? Restavano nel gruppo attratti personalmente da Gesù e basta? Per motivi affettivi? Non lo sappiamo. Quel che emerge è anche la vanificazione del passato vissuto con Gesù. Pietro vuole recuperare vuole tornare alla freschezza dei giorni della prima chiamata. Si tuffa e nuota, nuota velocemente. Erano solo duecento cubiti cioè un centinaio di metri.