Frettolosamente noi diciamo: “Gesù morì e fu sepolto…” Sì, va bene. Ma cosa fece da morto? Voi direte: niente! Se uno è morto, è morto! Eh no! Il simbolo apostolico specifica. È sceso agli inferi. Cioè: ha dimorato nel soggiorno dei morti. Gesù ha raggiunto i morti con la sua anima. Si sorvola troppo velocemente su questo particolare. Invece il venerdì santo, il giorno più triste dell’anno, ci testimonia che Cristo è stato nello Shéol. Lui stesso ne parlava nelle sue parabole. Lo ha chiamato: seno di Abramo. Particolare non irrilevante, Lui ci è arrivato non da sconfitto, non da creatura… ma da Redentore. Persino
Pietro nella sua predicazione è illuminante e se lo ricorda: ai morti è annunciata la Buona Novella. Gesù non ha dimorato nell’ombra della morte per fare comunella con lei, per odorare di marcio come Lazzaro…ma per liberare i giusti, profumarli della gloria promessa, coloro che erano morti nel desiderio dell’incontro. L’avevano preceduto perciò non hanno potuto conoscerlo!! Volete che non sia andato ad incontrare Giuseppe o i suoi nonni?? E di fatto come dimenticarsi di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, di Elia e di Davide… Gesù non è nell’errore! Il suo Dio è il Dio dei vivi, non dei morti.
Quando ero prevosto ad Asso mi piaceva quando al termine del Passio, al venerdì sera, veniva posto all’altare della riposizione (il cosiddetto scurólo) una grande icona che raffigurava Cristo Redentore – trionfante con tanto di bandiera svolazzante – che aperti gli Inferi teneva con una mano tutti i giusti che non avevano potuto conoscerlo e con l’altra tutti quelli che sarebbero morti in comunione con Lui, Salvatore del mondo. Ecco, dove volevo arrivare… soprattutto in questo tempo di pandemia, tempo in cui persino il culto dei defunti, non è permesso celebrare degnamente… guardiamo oltre e in questa notte, immaginiamo Gesù che illumina di una luce potente perfino il regno delle tenebre. Come recita bene del resto un’antica omelia sul sabato santo: “Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la Vita dei Morti”.
Immagine: La Pietà di Michelangelo Buonarroti conservata nella basilica di San Pietro in Vaticano