Lo sappiamo tutti che il nmero dodici nella >Bibbia ha molteplici valenze. Tantissimi i riferimenti alle tribù, agli apostoli, ai simboli dell’Apocalisse. Ma nel vangelo di oggi non può passare inosservato perché per due volte viene citato. E a me che piace il vangelo delle piccole cose vorrei recuperarlo. È come un diamante incastonato in un anello il brano di oggi. E lascio al teologo Epicoco il commento:

«C’è una donna che da dodici anni soffre di una malattia inguaribile. E poi c’è una bambina di dodici anni che a causa di una malattia muore. Il tempo della vita di questa bambina è proporzionale al dolore che quella donna ha passato nel tentativo vano di guarire. C’è un papà disperato, Giairo, che si butta ai piedi di Gesù: “«La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva». Gesù andò con lui”. Poi c’è la fede di questa donna: “«Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita». E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male”. Ma il miracolo non è guarire, il vero miracolo è incontrare Cristo attraverso quella malattia: “Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?». (…) Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male»”. La lezione è immensa: ciò che conta è non sprecare quella sofferenza, perché potrebbe diventare il motivo per cui si incontra il senso stesso della vita, che per un credente ha un nome e un cognome: Gesù Cristo. Quei dodici anni non sono stati inutili, ma in una maniera misteriosa hanno condotto questa donna a trovare il volto del senso della vita stessa. Questo insegnamento però ha un alto prezzo: la figlia di Giairo muore senza che Gesù sia riuscito ad arrivare in tempo: “«Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede!»”. Giairo si fida, Gesù le ridà la figlia viva, e così è chiara anche la seconda lezione: credere è saper disobbedire all’evidenza della morte. Chi ci manca non lo abbiamo perduto per sempre, a patto però che nel frattempo (di questa vita) ci fidiamo di Gesù che fa quel tratto di strada mancante con noi».

Dodici anni non inutili: segno di sofferenza, segno di crescita. Il numero 12 diventa il numero della scelta. Dio scegli per entrare nella nostra vita nel momento della sofferenza e nel momento della crescita.

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Don Massimo

Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo

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