Già ieri aveva fatto la sua comparsa. Anzi, no. Nicodemo era già stato ai piedi della croce per aiutare nella deposizione Giuseppe d’Arimatea. Era un uomo sincero, anche se apparteneva al quel Sinedrio che tanta responsabilità ebbe nel finto processo a Gesù.
Nicodemo è mosso dallo Spirito. Ecco il nuovo filone tematico che accompagna la Pasqua. Noi stiamo camminando verso Pentecoste, solennità che suggella l’itinerario del Risorto. In attesa della conferma del Dono che rinnova la faccia della terra (oh, com’è ancora più vero quest’anno…!), cerchiamo di capire se anche noi siamo persone docili allo Spirito che i cristiani hanno ricevuto il giorno del Battesimo.
Nicodemo dimostra di conoscere la voce dello Spirito perché è un uomo in ricerca. Si interroga su Gesù, è istruito, prudente. Nel Sinedrio i suoi interventi vengono ascoltati, lo stimano saggio e rispettoso della verità insegnata da Mosè. Però va da Gesù di notte, quando non si può distinguere un uomo da un albero. Temeva. Aveva paura.
Verifichiamo il nostro comportamento. Troveremo tante cose buone, tanti meriti, tanti valori. Ma poi dobbiamo approfondire ed ammettere che ci sono tanti lati bui, tante ombre. Non si tratta di cedere a pruriti di tipo freudiano e andare a perlustrare tanti fantasmi (che ognuno di noi ha), ma piuttosto di far emergere il vero nostro desiderio. Se è quello di camminare nella luce, allora viene dallo Spirito Santo.
Immagine: Cristo e Nicodemo di Crijn Hendricksz Volmarijn