Frutto della docilità all’azione dello Spirito di Gesù risorto, è il diffondersi della grazia con la richiesta del Battesimo e la nascita di ministeri suscitati dai carismi. Il lavoro per gli apostoli si era moltiplicato. I numeri registrati in Atti – nonostante la visione un pochetto idilliaca – parlano chiaro. A migliaia aderivano. La chiesa è in uscita, in espansione. E capita che il tanto da fare li fagocita. È giusto sacrificare sempre l’essere al fare? È giusto relativizzare la spiritualità così sottovalutata a favore di una praticità così convincente e per molti unica credibile per una pastorale efficace? I Dodici – grazie a Dio – avevano le idee più chiare delle nostre.
Intuiscono subito che è molto pericoloso trascurare la Parola di Dio per il servizio alle mense. Stefano, Filippo, Prócoro, Nicánore, Timone, Parmenás e Nicola sono il segno di un discernimento ben preciso. Qui non è detto… aspettiamo, vediamo se hanno la vocazione… No! È scritto: “Cercate fra voi…” che è come dire che lo Spirito non lascia senza risorse. Voi mettete lì i vostri cinque pani e due pesci e vedrete… Quella volta avanzarono sette ceste piene di cibo! Sette, già. Numero perfetto. Numero del servizio. Oserei dire “sacramentale”.
Come parroco, lasciatemelo dire con tutta l’amarezza che provo, constato ogni anno di più quanto sia grave offendere lo Spirito che sa suscitare tanti carismi, doni, talenti, competenze… ma noi voltiamo via la faccia. Mi colpisce che questi sette uomini (diaconi?) non si offrirono loro, ma a buon conto furono scelti… cioè gli fu proposto. E non si tirarono indietro. Vengono presentati agli apostoli che li accolgono, pregano su di loro imponendo le mani. Una sorta di ordinazione! Cioè li istituzionalizzano. Resta una domanda… ma la capacità di servire nella chiesa in maniera docile e ufficiale (dunque seria e competente) – dopo duemila anni – deve restare ad appannaggio solo degli uomini?
Immagine: Consacrazione dei sette diaconi del Beato Angelico conservato nella Cappella Niccolina