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Finalmente, Paolo

Paolo

La liturgia ci propone quest’oggi il primo discorso di Paolo, la sua prima predicazione. Con Barnaba, lasciata Antiochia salpando da Pafo, Paolo (ormai anche Atti lo chiama così e non più Sàulo) giunge in Panfilia, esattamente a Perge. Da qui si spostano nella Pisidia, ad Antiochia. Dicono che Luca si lasci trasportare da una visione idilliaca dell’azione pastorale. È vero, ma non troppo. Per esempio, non si è ancora avviato il primo viaggio missionario della storia della Chiesa che già ci sono dissapori o problemi che l’autore non tace. C’è un breve inciso, ma c’è. Giovanni detto Marco, cugino di Barnaba e forse il figlio di quella Maria che mise a disposizione la sala al secondo piano dell’Ultima Cena, si distacca subito dalla missione. Cosa sarà successo? Non lo sappiamo bene.

Anche in parrocchia sovente nascono delle diatribe. E questo scandalizza. A me no! Perché c’è modo e modo di impegnarsi per il Signore. E le scelte che facciamo dimostrano se siamo veramente convinti oppure no. Forse il giovane Marco si è reso conto fin da subito della fatica, del peso del lavoro, dei ritmi di Paolo. Non riesce a stargli dietro. Forse è spaventato dai rischi delle fatiche degli spostamenti dell’apostolo (naufragi e disagi) o dalla crescente ostilità che avrebbero sicuramente incontrato. Si ricordava di Stefano.

La sua fede evidentemente non era ancora matura, all’altezza del servizio per il quale si era impegnato, né delle difficoltà che intravedeva. Non basta accompagnare o imitare un servitore di Dio. Anche in un’opera comune, ognuno ha la propria responsabilità davanti al Signore e può camminare solo con la sua fede personale. E senza troppe discussioni, se ne va. Torna indietro.

L’apostolo se ne ricorderà. E in un secondo momento non lo vorrà più fra i suoi, preferendo Sila. Lontano da polemiche o da mancanza di perdono, questo inciso ci comunica l’entusiasmo e la decisione necessarie per servire il Vangelo. Paolo li dimostra in questo suo primo stupendo sermone. Era uso nelle sinagoghe dare la parola ad un forestiero, quando se ne presentava l’occasione. Ebbene, Paolo approfitta. Fa specie che non sia Barnaba a prendere la Parola. Lascia fare a Paolo tesse un discorso mirabile, teso a dimostrare che il Messia da essi atteso è venuto ed è proprio Gesù.

Si rimane basiti di fronte a questo spettacolo dello Spirito. Colui che fremeva e godeva nel lottare contro Cristo, ora è il suo più entusiasta ed intelligente annunciatore. Il discorso è un capolavoro: l’antico rabbì recupera la propria cultura con le bibliche conoscenze e, lasciandole illuminare dalla luce della Pasqua, le mette al servizio del Vangelo di Gesù Risorto. Grandioso.

Don Massimo

Don Massimo

Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo

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