Primi dissensi espliciti. Anche se Atti mantiene una costante visione irenica della vita della primitiva comunità apostolica, Luca non può tacere il verificarsi di contrasti. A volte provo grande amarezza nel digerire la costante presenza di controversie e litigi fra i gruppi della parrocchia. Perché dico a me stesso: “Ma non siamo qui tutti per la stessa causa…e allora perché farci la guerra?” Ma peggio ancora mi lascio prendere dallo sconforto quando giungono in comunità persone nuove, o convertiti o ricomincianti, che alla prima occasione di diverbio, sparano sommariamente gravi sentenze adducendo la delusione di cui sarebbero vittime: “Pensavamo che almeno qui si vivesse in pace, ma anche voi cristiani siete come tutti gli altri!” Ingenui.
Io obietto che occorre essere realisti. Come quella volta ad Antiochia, quando alcuni cristiani (ex-giudei) decisero autonomamente di attenersi ad una imposizione guarda caso afflitta ai cristiani che si convertivano dal paganesimo. La formulazione è pesante: “Se non vi fate circoncidere secondo l’usanza di Mosè, non potete essere salvati”. È molto grave. Proprio ieri sera quel guitto-mattatore di Benigni alla TV ha commentato i dieci comandamenti. Parlando del “Non nominare il nome di Dio invano”, ha chiarito molto bene. Bestemmiare Dio non è quando volgarmente le nostre labbra pensano di offendere il Sacro Nome del Signore con epiteti ridicoli o blasfeme imprecazioni, ma quando noi ci mettiamo al posto suo e pretendiamo di tirarlo dalla nostra parte. La cosa l’abbiamo pensata e decisa noi, ma diciamo che Dio la vuole. “Gott mit Uns”… dal motto dei cavalieri medievali dell’Ordine teutonico all’esecrabile e recente esclamazione nazista è un attimo. Ma anche no?!?! Dio si dissocia. Non è volere mio. Tu – uomo – bestemmi!
Con gran sollievo dunque (anche perché farsi circoncidere da neonati è una cosa, da adulti è un’altra…) mi riempio di ammirazione per Paolo e Barnaba che subito, non ci mettono un attimo a dissentire e a discutere animatamente. Vedete, sarebbe bene non alzare mai la voce nel sostenere le nostre opinioni. È un valore che ammiro in molti. Io proprio non ce la faccio… Ma quante volte per la nostra accidia, pigrizia, diplomazia, il famoso “pro bono pacis”… non siamo chiari e non prendiamo posizione, pensando di fare il bene ed invece si lascia che il male serpeggi e che si insulti la verità di Dio.
A volte occorre indignarsi. A volte obbligo alzare la voce. A volte è indispensabile suscitare il problema. Poi si trovano i mezzi per risolverlo. Come in questo caso. Ci si avvicinava al primo concilio della storia della Chiesa.