Altra disputa di Gesù. Stavolta sono i sadducei che tentato di metterlo in difficoltà. Il vangelo di questo mercoledì della IX settimana del tempo ordinario ci stimola a chiederci: “Ma io come me lo immagino, l’al di là?”. Innanzitutto, ci credo che ci sia un oltre? E come sarà?
Il tema è profondo, ma questi irrispettosi tentatori del maestro banalizzano e si inventano una storiella che ha del ridicolo, anche se la realtà a volte supera la finzione visto che la famosa attrice americana, la dolce Liz di mariti forse ne ha avuti di più!!!
La questione. Una donna si è sposata sette volte e tutte sette le volte è rimasta vedova. Alla risurrezione di chi sarà sposa. Noi sappiamo che i sadducei non credevano affatto ad una dimensione ultraterrena.
Ma fatti del genere capitavano davvero. Il Levitico con la legge del levirato cercava di contenere questo dramma altrimenti le donne rimaste sole finivano tutte quante ad esercitare il mestiere più vecchio del mondo. Il problema vero era un altro… come accusare Gesù di essere di parte! Forse proprio uno di quei farisei ai quali apparentemente si contrapponeva…
Pertanto il paradosso fittizio è introdotto per costringere Gesù a schierarsi con loro contro i farisei – l’altra corrente giudaica avversaria – negando la risurrezione che questi ultimi sostenevano come dottrina di fede. Infatti, sogghignando, alla fine gli domandano: «Alla risurrezione, di quale dei sette la donna sarà moglie?». Cristo, nella sua risposta, non cade nel tranello e replica volando alto.
Dio non si lega a cadaveri, ma a esseri viventi ai quali apre un orizzonte di vita oltre la morte secondo categorie differenti rispetto a quelle meramente “carnali”, basate sulla nostra storia che si muove secondo le coordinate dello spazio e del tempo. Si tratta di un nuovo ordine di rapporti, di una nuova creazione, di un orizzonte nel quale i vincoli parentali e sociali sono trasfigurati
Immagine: Cristo che disputa