Mio Signore

Il re Davide di Marc Chagall, 1951 Francia

Meditando il breve brano di vangelo proposto per questo venerdì, viene spontanea un’esclamazione! Bella forza! Gesù che conosce le Scritture! Ma va?  Sfido! È il Verbo incarnato…

Resistiamo a non ragionare così perché banalizzeremmo. Gesù di Nazareth era Dio sì, ma anche uomo come noi. A lui non è stato risparmiato nulla dell’esperienza umana, lo sappiamo. Tutto eccetto il peccato. Per cui finalmente Marco ci propone non solo un Gesù che viene attaccato, ma anche un Gesù propositivo.

Qui incontriamo il Cristo “docens”, il Maestro. Apertamente per giorni, per settimane, per mesi stava al tempio ad insegnare. Lo sappiamo da quello che Gesù dirà di sé durante la sua Passione. E come discepolo lui stesso, divenuto Maestro dimostra di aver letto con attenzione, studiato con umiltà, meditato nella preghiera e quindi assimilato tutta la Scrittura. Anche io sono cresciuto con questo insegnamento appreso dal card. Martini. Ogni giorno un po’ di lectio, la frequentazione quotidiana della Bibbia come metodo maturo della preghiera.

Per cui Gesù a partire dalla Bibbia argomenta con convinzione correggendo un concetto erroneo del suo tempo. Tutti aspettavano il Messia come un re. Più precisamente come il nuovo re Davide redivivo, anche se nella storia aveva cambiato molte volte contenuto e forma tale attesa: un Messia politico, combattente, un vero soldato, un re pastore…

Gesù si pone come servo, servo sofferente. Vuole forse preparare gli animi? Può darsi.

Intanto li fa riflettere con un metodo maieutico. Lo fa dire a loro stessi. Come è possibile tale identificazione visto che in un salmo Davide stesso riconosce il Messia come suo re? Chiama Mio Signore un altro… Dunque, Non possono essere la stessa persona!

Evidentemente quel salmo vuole essere più spirituale, più profondo e universale. E se ancora adesso ascoltiamo bene queste parole, capiamo che sia dal salmo citato sia dalle parole stesse di Cristo, che si allude proprio al Nazareno.

Gesù ha insegnato a frequentare e meditare la Parola anche quando è difficile da interpretare, a non lasciarla agli esperti o ai teologi ma a farla diventare il centro della ricerca della nostra fede. Nessun altro può sostituirsi alla nostra intelligenza e al nostro cuore. Se siamo ignoranti della Bibbia, siamo ignoranti di Gesù.

Immagine: Il re Davide di Marc Chagall, 1951 Francia

Don Massimo

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