Straordinario

amateinemici

Stiamo arrivando piano piano al cuore del Discorso della Montagna. Fra le “discontinuità” che Gesù introduce c’è l’amore per i nemici. Non si era mai sentito prima. Il Maestro aveva ribadito che nemmeno un puntino sulla “i” del Primo Testamento avrebbe toccato…dunque in precisa continuità con quanto già rivelato.

Ma quanta novità in tutti questi “sed” avversativi. “Ma io vi dico…”. C’è un rapporto di fiducia che il Cristo invoca. Chiunque avrebbe potuto esclamare: “Ma chi si crede d’essere questo Rabbi che sconvolge quanto Dio ha detto di sé e cambia il modo in cui ci si deve comportare?”. C’è un testo di don Giussani, il fondatore di C.L., intitolato: “Alle origini della pretesa cristiana”. Mi ha tanto colpito questo coraggio nel titolo. Attribuire al Figlio dell’uomo una “pretesa”. Ebbene, Gius ha ragione.

Cristo osa. Ti propone una verità diversa. Osa dirti che quello che ha sentito presso il Padre suo, che è diverso sostanzialmente.  È proprio diverso da quello che è stato vissuto. Lui ci riporta all’origine. E l’origine è la pienezza che è stata infranta.

Lo “straordinario” di cui Gesù parla, non lo interpreto come contrario dell’ordinario. Io mi ritengo un grande elogiatore delle cose normali. Eppure, Gesù propone qualcosa che fa la differenza. Qualcosa che è perennemente in controtendenza. È la novità del Risorto. È la novità della Pasqua. È la novità della vita vera. Che sia la felicità?

Io riesco ad immaginarmi i volti di coloro che ascoltavano Gesù. Riesco a vedere i loro occhi strabiliati, fuori dalle orbite. Gesù non ci propina l’ennesimo “…e volémose un po’ più bene…!” Gesù ci vuole diversi. Ci vuole come lui. Noi non ne siamo capaci. Per questo l’unica cosa che ci rimane è lasciar lavorare lui perché solo lui sa come renderci perfetti. Infatti, Matteo usa il passivo: “Siate perfetti!” alle mie orecchie suona così: “o don Massimo, lasciati fare da me…so io come perfezionarti…Tu lasciati solo portare a termine da me, so io come fare…”! Paura, alla grande. Però è bello.

Il cammino della vita e della fede come un “lasciarci perfezionare da Lui”.

Intrigante, no?

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Don Massimo

Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo