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Non suonare la tromba

applauso

σαλπίσῃς. Questo è il termine che usa Matteo nel vangelo di oggi. Al futuro: non suonerai la tromba… Vado a recuperare l’accezione sul mio vecchio glorioso Rocci, il vocabolario usato allo Zucchi, tanti anni fa e che conservo ancora gelosamente. Noto che è proprio un termine tecnico, probabilmente preso più dal linguaggio militare che non musicale. Sarà stato usato nelle parate o più verosimilmente nei momenti di guerra per infondere coraggio.

Ma se Matteo lo usa in riferimento agli ipocriti, vuole alludere proprio al mondo del teatro, dove gli strumenti erano usati come colonne sonore, impegno degli orchestrali per caratterizzare le varie scene (ipocriti = attori).

Evidentemente c’era un’ora del giorno in cui costoro avvisavano tutti della loro presenza facendosi anticipare dal suono delle trombe. Nelle sinagoghe e nelle piazze. Ce li vedete costoro che venivano ammirati per ogni loro gesto? Io sì, perché ce ne sono tanti ancora adesso.

Non è folclore. È una questione seria. Qui Matteo tira in ballo addirittura la giustizia di Dio. Da sempre l’elemosina, la preghiera ed il digiuno sono i fondamentali della ascetica cristiana. Che è una salita. Ascesi. Come sputare sangue e sudore per raggiungere i tremila metri e oltre. Altro che passeggiata accompagnata da cimbali e tamburelli!

Gesù ci mette in guardia da ogni esteriorità ed esibizionismo. La giustizia non è astratta. Non è ideologica. La giustizia – dice Gesù – va praticata! Ma non tanto davanti agli uomini, quanto davanti a Dio. Cioè nell’interiorità.

Ho temuto molto in questo tempo di pandemia la spettacolarizzazione della fede, che a lungo andare può trasformarsi in qualcosa di simile. Il vangelo ci consiglia di vivere nel segreto certe pratiche. Solo così manterranno il sapore vero della autenticità. Perché non sarà questione di cattiveria…ma forse di ambizione. Di vanità. A tutti piace l’applauso degli uomini. Ci fa piacere essere ammirati dagli altri. Ma la ricerca di questo annulla e vanifica l’impegno.

Io ricordo un parrocchiano che per non umiliare gli altri e nemmeno per attirare l’attenzione su di sé, ogni domenica versava nei cestini della colletta al momento dell’offertorio domenicale durante la Messa ben cento euro suonati. Tutte le feste! Ma per non farsi notare, li piegava in otto e li nascondeva all’interno di una banconota da cinque.

Ecco un gesto simile è molto vicino a quello che intendeva nostro Signore. Ricordati di fare sempre il bene e di farlo bene, come puoi. Questo basta! Gesù ne sarà contento, anche se fossero pochi spiccioli che arrivano però dal cuore e non dal superfluo.

Tutto il resto è… suonare la tromba!!!

Don Massimo

Don Massimo

Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo

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