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Costruire sulla roccia

Meneham in Bretagna

In un certo senso sarebbe stato bene nella vita non udire le parole di Gesù!

Cosa voglio dire? Terminando il discorso della montagna il Signore ci mette davanti alle nostre responsabilità. Come a dire che una volta appresa la verità, non si può far finta di non conoscerla. Un conto è la vita di coloro che non hanno mai incontrato Gesù, un altro è sapere bene cosa lui vuole da noi dopo averlo ascoltato.

La “roccia” è Gesù stesso. E la croce di Gesù è issata sulla roccia del Calvario. Davanti a noi si aprono due strade. Anzi una, con un bivio. Se vogliamo entrare nella Gerusalemme celeste, sappiamo bene cosa dobbiamo fare. Scegliere.

Se avremo scelto di costruire la nostra casa, cioè la nostra vita, sulla roccia sapremo di essere riconosciuti. Perché Cristo lo si conosce laddove Egli ci conosce: nei peccati dove Lui è sceso per amarci. Mi sembra di vederle tutte quelle cicale che supplicano dopo aver ballato e cantato tutta la vita, come i tre porcellini di Walt Disney. Arriverà presto la tempesta, il vento e perfino il lupo Ezechiele. E la casa di paglia, la casa di legno crolleranno miseramente. Ma Jimmy costruisce con fatica la sua casa in muratura! E non crolla. È una metafora, chiaramente.

Noi non ci salviamo per le nostre opere, per il nostro impegno. La parola d’ordine è “nel mio nome”, nel nome di Gesù. Il Discorso della Montagna ha dipinto l’uomo nuovo rinato in Cristo, che vive i suoi giorni come un anticipo del Paradiso, nell’intimità con il Padre che si incarna nell’obbedienza alla sua Parola.

La Chiesa diventa così la “casa costruita sulla Roccia”: nelle sue assemblee “queste sue parole” sono proclamate e annunciate, lo Spirito Santo vi scende copioso. “Costruire la casa sulla Roccia” significa allora rimanere nella Chiesa e lasciarsi guidare da lei, mentre “costruire la casa sulla sabbia” significa “ascoltare” le Parole del Signore con un cuore doppio che ha scelto di servire mammona e il mondo.

Allora “i venti” dei pensieri e delle tentazioni, delle falsità che ci diranno, “la pioggia” dei desideri mondani che ci bagneranno e ci sembrerà di affogare, “i fiumi” delle avversità, delle malattie, delle persecuzioni si “abbatteranno” e “strariperanno” su di noi, perché siamo ancora sulla terra. Aspettati dunque le difficoltà, perché dovranno mostrare al mondo che la tua vita è fondata su Cristo e “non cade”, perché la Chiesa, da duemila anni, nonostante quanto le sia successo, non è mai “caduta” perché fondata sulla Roccia che è Cristo, sul suo amore più forte della morte e del demonio.

Immagine: Meneham in Bretagna

Don Massimo

Don Massimo

Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo

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