Io non ricordo perché Tiro e Sidone avessero bisogno di convertirsi e fossero usate da Gesù come termine di paragone per accusare i contemporanei. Ricordo la vicenda di Sodoma. Quella la ricordo bene. Però mi pare di capire che non fu per il peccato di sodomia che venne condannata, quanto per aver infranto il diritto alla ospitalità.
Il vangelo di oggi ci parla di uno sfogo di Gesù. C’è il tema del rifiuto. A volte per partito preso. Nelle cittadine di Corazìn, Betsaida e Cafarnao, il Cristo riesce a manifestarsi poco. Non c’è clima. Non c’è spazio nei loro cuori. Non c’è niente di peggio di un cuore che sa intravvedere la salvezza e non coglie l’attimo in cui è visitata. Rifiuta di essere salvato.
Il dolore di Gesù è grande. Non riesce a contenerlo. Straripa. Cede di fronte a tanta durezza di cuore, ostilità dell’animo, piccineria mentale. Lui – entusiasta della buona novella – si ritrova a fare i conti con l’indifferenza, la supponenza, la presunzione. La conversione è un elemento quotidiano della spiritualità cristiana. È un cammino continuo e non si capacita della chiusura di talune persone che preferiscono perdersi. E per questo il Salvatore soffre terribilmente.
Da qui il paradosso: città pagane nella Bibbia si trasformano nell’emblema della salvezza e, al contrario, città sante crogiolano nella loro sicumera. E si dannano. Oggi, Gesù, cosa direbbe delle nostre chiese cristiane?
A me spesso sembra di avere a che fare con fedeli che vivono nell’assurdo di comunità che si considerano sedute e arrivate, che vivono con insofferenza ogni cambiamento. La nostra epoca invece chiede cambiamenti. Mi scandalizzò per esempio quando il papa di ritorno da una viaggio, sul aereo, lasciandosi intervistare dai giornalisti, pronunciò la famosa frase: “..e chi sono io per giudicare i gay?” Oppure quando il card. Scola dichiarò che come chiesa cattolica siamo arrivati molto in ritardo a prendere in seria considerazione le domande che ci arrivavano dal mondo omosessuale. Da lì ho cominciato a riflettere. A mutare opinione.
Tiro e Sidone sarà trattata meno duramente di Sodoma. Questa frase non sdogana ogni comportamento sessuale. Ma ci costringe a non confondere. Molto più della omosessualità che costrinse Lot ad offrire le sue figlie pretendendo di cambiare ingenuamente certi comportamenti, la Bibbia condanna il peccato della inospitalità.
Di cui anche Cristo oggi si lamenta profondamente.
Immagine: Il mare di Tiro e Sidone