Amata dai papi

Santa Brigida di Svezia in un dipinto di Lorenzo Lotto

«Indicandola come compatrona d’Europa, intendo far sì che la sentano vicina non soltanto coloro che hanno ricevuto la vocazione ad una vita di speciale consacrazione, ma anche coloro che sono chiamati alle ordinarie occupazioni della vita laicale nel mondo e soprattutto all’alta ed impegnativa vocazione di formare una famiglia cristiana». Parola di papa Wojtyla.

Insieme alla sua contemporanea medioevale Caterina da Siena, santa Brigida da Svezia, madre e religiosa, è una straordinaria figura di donna. Dopo Santa Maria Maddalena, la Chiesa fa memoria di una di quelle donne così poco considerate da una società e una cultura maschiliste ma che in verità hanno più volte salvato l’annuncio del Vangelo. Quando virili uomini di Chiesa combinano pasticci, quando re e imperatori erano capaci solo di prove di forza inutili, ecco che lo Spirito Santo invia in mezzo a noi, donne brucianti d’amore e di verità come fu appunto Brigida.

Questa giovane ragazza svedese andata in sposa tanto giovane diede alla luce otto figli che educò alla fede cristiana. Per questioni di parentela abitò anche presso la corte dando consigli prudenti ai reali. Dopo un pellegrinaggio a Compostela fatto con suo marito in occasione del suo anniversario presero entrambi la decisione di ritirarsi in monastero.

Canonizzata nel 1391 da Bonifacio IX, Santa Brigida era già patrona della Svezia. Ma nel 1999 San Giovanni Paolo II la volle compatrona europea, assieme a Santa Caterina da Siena e a Santa Teresa Benedetta della Croce. Il Papa era certo della autenticità complessiva della sua esperienza interiore. Era entusiasta del suo impegno per l’unità della fede e della Chiesa. E anche papa Benedetto gli dedicò una catechesi di un mercoledì del 2010 e disse: “Santa Brigida testimonia come il cristianesimo abbia profondamente permeato la vita di tutti i popoli”.

Ma con patroni così illustri come possiamo non avere fiducia nel futuro dell’Europa?

Immagine: Santa Brigida di Svezia in un dipinto di Lorenzo Lotto

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Don Massimo

Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo