Non so proprio come fare
Perché non capisco niente
Io non sento più le voci
Non vedo la mia genteBuia era la notte e senza stelle
Buia era la notte perché
Buia era la notte e senza stelle, vedevi solo teMa non vedi come sono
Perché non mi vuoi aiutare?
Vedi come sono stanco
Nessuno mi sa ascoltareBuia era la notte e senza stelle
Buia era la notte perché
Buia era la notte e senza stelle, vedevi solo teMarta, Marta tu ti inquieti
E ti affanni per mille cose
Mentre una sola è quella
è quella che valeBuia era la notte e senza stelle
Buia era la notte perché
Buia era la notte e senza stelle, vedevo solo me…
Avevo un anno quando Claudio Chieffo compose questa ballata. La sentivo cantare nella mia infanzia, tra la mia gente, anche in oratorio. Non ha bisogno di commenti. A me piace pensare che l’abbia dedicata a sua moglie, Marta così che il riferimento evangelico diventa reale storia di amore. Dietro l’affanno e la inquietudine per tutto quello che c’è da fare e che ci preoccupa, splendono ancora le stelle. Maria le sa vedere e contempla la Parola di Gesù. Marta tutta presa dalle pentole e dai fornelli, rischia di perdersi molto… E peggio ancora, rischia di diventare troppo egoista anche se ha davanti Gesù che è da servire. È brutto un cielo senza stelle.
Immagine: Georg Friedrich Stettner (1639), Cristo nella casa di Marta e Maria, particolare