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Trasfigurazione

Trasfigurazione di padre Rupnik - Cappella del Seminario Vescovile di Verona

Terminato il lockdown che ci aveva abituato a poche notizie, tutte sul Covid-19, ecco che praticamente siamo tornati al mondo reale. Attorno a noi scopriamo mondi orribili. Sempre tanta solitudine con i suoi drammi. È inutile elencarli. Li conosciamo bene. Basta che ti guardi intorno: tante vite vuote, scoraggiate, deluse, arrabbiate.

Anche dopo tanti mesi, come i familiari delle vittime del Ponte Morandi. Anche dopo tanti anni come i familiari delle vittime del 2 agosto, la strage alla stazione di Bologna. Non cambiamo. Viviamo in un occidente che sta perdendo il senso della misura.

E in questi giorni di saldi scoppiati a botto ritardato, tutti a correre per aggiudicarci l’oggetto più “utile” che ci manca, magari a metà prezzo. Porti riaperti. Vedo tanti yacht. Abbiamo confuso il lusso con la bellezza. Sono stordito da tanti tronisti, uomini con le labbra da donne e bicipiti rigonfi. Alla ricerca di un posto al sole. Vip avanti negli anni, che dovrebbero avere ormai esperienza svendersi con volgarità e trash pur di rimanere sulla cresta dell’onda. Plausi. Eccessi.

Perché non torniamo a desiderare ciò che è bello, giusto e vero? Perché non si decide tutti insieme a fare qualcosa di buono. Aneliamo a ciò che è bello e grande e buono, ma ci accontentiamo di ciò che piace, che pensano tutti, che serve a me in questo istante.

In un clima così è dono di Dio, allora, è il fatto che nel cuore dell’estate giunga la festa della Trasfigurazione, il 6 di agosto. Ironia della sorte: un sei agosto esplose la bomba atomica su Hiroshima a chiudere un’era, un sei agosto il Signore chiamò a sé l’animo inquieto di Paolo VI, papa, fragile e possente cercatore di Dio. Era il 1978.

Sulla collina di un monte, il Signore ci prepara e ci esorta a non fermarci solo a ciò che si vede. Si trasfigura. Esperienza eccezionale riservata solo a tre: Pietro, Giacomo e Giovanni. Provano tutti i sentimenti di questo mondo. “È bello per noi stare qui…facciamo tre tende…” è la domanda. Negativa è la risposta. Occorre scendere a valle, dove l’altra gente è in attesa dell’annuncio di salvezza.

Non arrendiamoci al torbido e al buio che ritorna, lasciamo inondare dalla luce di Cristo Signore Risorto. Raccontiamo quanto abbiamo visto. Nello splendore della verità.

Immagine: Trasfigurazione di padre Rupnik – Cappella del Seminario Vescovile di Verona

Don Massimo

Don Massimo

Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo

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