La messa mattutina della vigilia dell’Assunta è dedicata ad un tema delicato oggigiorno. Non voglio addentrarmi in tutte le discussioni nate dopo la Amoris Laetitia di papa Francesco. Ci saranno altre occasioni. Qui mi fermo solo di fronte all’opportunismo indisponente della reazione degli apostoli al nuovo pensiero introdotto da Gesù. Nuovo si fa per dire, dal momento che lui radicalizza il discorso portandolo alle sue origini.
In effetti la provocazione di Gesù è destabilizzante, rispetto alle usanze inveterate del giudaismo. Nessuno aveva mai osato contestare una norma che Mosè stesso aveva dato. Norma maschilista, a buon conto…visto che la versione a favore della donna, mai si verificava!!!
Gesù si dimena dai vincoli quando sono meschini e troppo stretti. Riapre la questione facendo respirare tutti. Torna al progetto originario che Dio ha sull’amore. La coppia nel piano suo è progetto di alleanza perenne, durevole. Come quella stabilita con Israele. Da tanto tempo cerco di testimoniare ai fidanzati che mi chiedono di benedire le loro nozze che la fedeltà per tutta la vita non è un’insensata norma cattolica, ma esprime il sogno di Dio! Poi c’è la realtà. Non è automatica la felicità. Il rischio c’è sempre. E bisogna correrlo, se si ama.
Non ci si sposa per convenienza. Come anche restar soli, non è una convenienza. Offende chi lo fa per scelta e non lo subisce per acidità di carattere. Non conviene sposarsi se nella nostra testa ciò significa calcolo, opportunismo, sistemarsi, o peggio tenersi una via di fuga, una doppia vita, un’esistenza-schermo…
Non posso che entusiasmarmi per la risposta di Gesù: dà un senso al celibato per il Regno, che non esisteva nella sensibilità ebraica. Anzi, era piuttosto vergognoso non riuscire a sposarsi.
Farsi eunuchi…espressione che mi ha sempre un po’ inquietato… farsi eunuchi per il Regno significa in realtà esercitare la libertà vera, scegliere di avere come famiglia una comunità, per ribadire che tutto è bene penultimo.
Dio è più di ogni legittima gioia che possiamo vivere.