Ho scelto l’immagine di un nodo. La torah per un ebreo osservante è vita. Ma se togli l’amore da una parola di Dio, la riduci a legaccio. Della religione, questo è un aspetto che mi va molto stretto. I doveri e gli obblighi. Io penso – ma posso sbagliare – che Gesù in realtà non avesse in mente una religione. Ce ne erano già tante. Lui voleva qualcosa di diverso. Lui voleva di più. Voleva il cuore. Voleva tutto.
E mi urtano queste interrogazioni dei farisei. Dopo gli scribi, eccoli i benpensanti, i puri. Poi ci saranno i sadducei, poi… non è mai finita! Solo i semplici intuiscono la portata dei discorsi del Nazareno. Anche a me spesso si avvicinano persone che come modalità consueta hanno la provocazione, il pregiudizio, la voglia di metterti alla prova…che stress!! Vivono male loro e fanno vivere male gli altri.
Gesù è che uno che semplifica. Riduce i più di 600 precetti con cui il giudaismo aveva “allargato” le 10 parole, a due comandi soltanto…anzi a uno: l’amare.
Dio va messo al primo posto, punto. In qualunque situazione tu sia, in qualunque stato tu sia, qualunque vocazione abbia abbracciato, tu devi amare. E subito dopo devi accettare di non saperlo fare. E ciò perché solo Dio è Amore e vuole inabitare in noi e solo amando come Lui sa fare, gli consentiamo di essere e agire in noi santificandoci con la sua grazia.
Proprio come cantava Claudio Chieffo nella sua ballata, “La ballata dell’amore vero”:
«Io vorrei volerti bene come ti ama Dio/ con la stessa passione, con la stessa forza/con la stessa fedeltà che non ho io…Con la stessa passione, con la stessa forza/con la stessa fedeltà che non ho io…»